La Nuova Sardegna

Oristano

Oncoematologia a rischio, cancellati i posti letto

Oncoematologia a rischio, cancellati i posti letto

La denuncia arriva da Luigi Curreli, vice segretario regionale di Anaao-Assomed Si rischia il depotenziamento e il ritorno ai viaggi della speranza. Politica assente

31 agosto 2015
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ORISTANO. L’attività di Ematologia e Oncoematologia dell’ospedale San Martino registra dei numeri di assoluto rilievo, un punto di riferimento continuo e in costante crescita nel territorio per accessi esterni e consulenze interne. Eppure, la giunta regionale, nella delibera dello scorso luglio che riorganizza la rete ospedaliera isolana, non assegna alla Asl di Oristano posti letto di Ematologia/Oncoematologia. Lo denuncia Luigi Curreli, segretario aziendale Anaao Assomed della Asl di Oristano, e vice segretario regionale dello stesso sindacato.

Nel primo semestre 2015, l’Oncoematologia ha fatto registrare 1023 visite, tra ambulatoriali e consulenze interne. A queste si aggiungono le circa 200 prestazioni ambulatoriali effettuate nel corso del semestre, con accesso settimanale all’ospedale di Bosa. Inoltre, sempre nel primo semestre, sono stati 325 i pazienti ricoverati, di cui nuovi 99. I dati del primi due mesi del secondo semestre, luglio e agosto, mostrano un ulteriore rafforzamento della tendenza alla crescita. Infatti, i pazienti ricoverati sono stati 352, e il totale degli accessi è di 613.

Nonostante l’evidenza dei numeri, «sono stati estesi alla Ematologia i parametri pertinenti alle patologie acute, non tenendo conto delle caratteristiche di cronicità della maggior parte delle patologie ematologiche e oncoematologiche, che costringono i pazienti a periodici controlli presso la struttura ospedaliera per diagnosi, rivalutazione, cura». Le conseguenze sono gravissime: intanto, la possibile soppressione della attività di Oncoematologia, e una pericolosa incentivazione ai viaggi della speranza, per chi può permettersi di recarsi o farsi accompagnare presso altre strutture. Tutto questo, denuncia Curreli, «senza che i politici locali facciano sentire la loro voce in modo significativo. Sembra quasi che la visione semplicistica e ragionieristica che ha animato queste scelte, con il declassamento dell'Ospedale San Martino a presidio di I livello non diano fastidio a nessuno o a pochi politici locali. Per questo penso che la gente in prima persona debba far sentire la propria voce. Credo – conclude Curreli – che il nostro territorio debba ambire ad avere un presidio di II livello come Cagliari e Sassari e come sicuramente avrà Nuoro. Lo esigono il bacino di utenza che gravità attorno al nostro Ospedale, superiore a quello nuorese e la nostra centralità geografica rispetto al territorio regionale».

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