Dodici mesi di arretrati per gli assegni di mobilità
Sedilo, situazione drammatica per decine di lavoratori che attendono i compensi «Sappiamo che i fondi sono disponibili. Siamo disposti a manifestare in Regione
SEDILO. «Ce lo avevano promesso e noi ci avevamo creduto: invece, malgrado i fondi per il pagamento della mobilità in deroga ci risulta, siano stati assegnati, non abbiamo ricevuto ancora un centesimo». Guido Manunza è uno dei tanti lavoratori che da cinque mesi non riceve l’assegno di mobilità. Non è difficile capire il disappunto e la rabbia di chi è stanco delle promesse e soprattutto, non ha alternative al sostentamento della famiglia, se non appunto, l’assegno di mobilità.
«Siamo pronti a marciare fino a Cagliari e piazzarci sotto il palazzo della Regione se non riceveremo risposte adeguate. Che per noi significano una data certa sulla liquidazione delle nostre spettanze». Guido Manunza è di Sedilo, spiega di parlare a nome di tanti altri che nei centri della zona, da Paulilatino ad Abbasanta, passando per Fordongianus, Borore e Ottana, hanno perduto il lavoro e non hanno trovato una occupazione alternativa. «La nostra è una situazione difficilissima– spiega – lavoravo alla Gmc di Sedilo, una grossa impresa per la lavorazione della pietra. Nel 2012, a seguito della crisi economica, sono stato messo in mobilità. Ma avevo quasi sessant’anni: troppo giovane per andare in pensione, troppo vecchio per trovare un altro lavoro. Che poi, se vai a vedere, con la situazione occupazionale disastrosa che stiamo vivendo, il lavoro è quasi una parola astratta». Parole dure, le sue, che danno la misura delle difficoltà che stanno affrontando decine e decine di famiglie che pur avendo diritto agli ammortizzatori sociali, in realtà li percepiscono con molti mesi di ritardo.
Il record, se così lo vogliamo chiamare, era stato raggiunto a Maggio, quando le mensilità arretrate accumulate erano diventate addirittura quindici. I lavoratori protestarono. «Ci siamo rivolti direttamente al presidente della Regione, Pigliaru, ma solo l’assessore al Lavoro, Virginia Mura è stata in grado di darci delle risposte – racconta Manunza –, che si sono tradotte nel pagamento di tre mensilità arretrate. Ma adesso è da marzo che non riceviamo più nulla e non sappiamo come fare a tirare avanti. Abbiamo famiglia, ci sono le bollette da pagare e senza soldi non si va avanti. Proprio per questo ci rivolgiamo nuovamente al presidente della Regione, per avere delle risposte. Altrimenti, saremo costretti ad andare fino Cagliari».
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