La Nuova Sardegna

Oristano

È una provincia per vecchi Ma soprattutto per poveri

di Michela Cuccu
È una provincia per vecchi Ma soprattutto per poveri

Nell’isola 7 dei dieci paesi con il reddito pro capite più basso sono nell’Oristanese Bidonì secondo: 8337 euro l’anno. Tilocca (Cisl): abbandonato da Stato e Regione

23 ottobre 2015
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Meno di 8400 euro all’anno (per l’esattezza sono 8337euro e 86 centesimi) di reddito pro capite ed ecco che Bidonì ha il suo record. Negativo, purtroppo: è infatti il paese più povero della provincia. Solo per pochi spiccioli nell’isola è superato nella graduatoria più triste che si potesse stilare, da Onanì, centro della provincia di Nuoro dove il reddito medio pro capite si ferma a 8262euro. Sono tutti in provincia di Oristano la maggior parte dei centri con il reddito pro capite più basso della Sardegna. Sette, per l’esattezza, dei dieci più poveri di tutta l’isola, con Boroneddu in media, in un anno ogni abitante può contare su un reddito di 10.350 euro; Nureci (10.263,44), Pompu (10.299,79), Ruinas (10.308,20), Siris (9794, 28) e Tadasuni, dove il reddito medio pro capite è di 10.139,83 euro.

Il risultato della statistica stilata dalla Federazione regionale pensionati della Cisl, in realtà non sorprende. Da tempo i sindacati denunciano come sia questo il territorio più povero della Sardegna ed ora, c’è la conferma. Federica Tilocca, segretario generale provinciale della Cisl fa un’analisi impietosa dell’economia del territorio. Dice «Non potevamo aspettarci risultati diversi, dato che questa provincia, ha il più alto tasso di popolazione anziana, arrivata al 224 per cento. Significa che ogni cento abitanti, 224sono anziani, se poi aggiungiamo che il reddito è dato dalle pensioni più basse in assoluto della Sardegna, il quadro è completo». E aggiunge: «Si tratta di piccoli centri destinati a morire a causa di uno spopolamento che nessuno ha mai fermato». Tilocca accusa lo Stato «Che anzichè preoccuparsi di questi cittadini che dovrebbero avere gli stessi diritti di tutti gli altri, pensa bene di abbandonare il territorio, cancellando i servizi. Lo stesso destino che è stato riservato all’intera provincia, dove presidi importanti, come la Direzione del Lavoro, la Conservatoria e tanti altri servizi sono stati trasferiti altrove. Esattamente come volevano fare con la Prefettura». Secondo la sindacalista «Le responsabilità, enormi, di tutto questo sono anche della Regione, che ha sempre ignorato le nostre richieste – dice – basti pensare che l’attuale presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, contrariamente ad altre zone della Sardegna non è mai venuto a confrontarsi col territorio, malgrado gli innumerevoli inviti da parte delle stesse organizzazioni sindacali».

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