La Nuova Sardegna

Oristano

SENEGHE

Caccia grossa con l’incubo peste suina

Caccia grossa con l’incubo peste suina

SENEGHE. Inizio di stagione con il botto per la società di caccia grossa di Marco Corona, che ha portato a casa un bottino di sei cinghiali. Tre invece sono stati quelli catturati dalla compagnia di...

04 novembre 2015
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SENEGHE. Inizio di stagione con il botto per la società di caccia grossa di Marco Corona, che ha portato a casa un bottino di sei cinghiali. Tre invece sono stati quelli catturati dalla compagnia di Mario Mastinu, noto Areste. Nove prede per le due compagnie che esercitano l’attività venatoria all’interno dell’autogestita, a cui si aggiungono i due presi dalla compagnia di Cristian Zanda. Ma, se fino a qualche anno fa andare a caccia grossa significava assecondare una passione, dopo i provvedimenti della Regione in materia di eradicazione della Peste Suina Africana le cose per i cacciatori si sono notevolmente complicate. Il programma stabilisce obblighi e divieti da osservarsi durante la caccia al fine di tenere costantemente aggiornata la banca dati delle aziende venatorie e l’anagrafe dei cacciatori. «Si tratta di provvedimenti importanti – dicono i capi caccia del Montiferru –, resi necessari per debellare una patologia che continua ad essere presente in alcune aree della Sardegna, e verificare l’assenza della trichina dalle carni delle prede abbattute. Anche se il Montiferru è esente dal problema, la vigilanza è necessaria. L’importante è che tutti i soggetti in campo rispettino le regole seriamente. I cacciatori faranno la loro parte». Da ogni cinghiale abbattuto dovranno essere prelevati campioni di sangue, milza e diaframma, che saranno sottoposti ad analisi dalla Asl. I campioni dovranno essere consegnati ai centri di raccolta, che per le compagnie del Montiferru sono a Bonarcado e Cuglieri. Le carcasse delle bestie invece devono essere tenute in locale idoneo per la conservazione fino all’arrivo degli esiti delle analisi, che di massima vengono resi noti entro due giorni. Ma ogni compagnia dovrà anche avere un terreno dove seppellire le viscere, che dovranno essere cosparse di calce. Saranno i capi caccia a prendere contatti con i referenti della Asl, e comunicare loro di aver portato i campioni nei punti di raccolta. Le compagnie hanno tempo fino a fine mese, per compilare le schede, comunicare il luogo in cui intendono stoccare le carcasse, il nome del referente e quelli dei componenti». Il programma prevede anche la formazione per i cacciatori, che dal prossimo anno sarà obbligatoria. Sono previste sanzioni per i contravventori. (pi.maro.)

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