La Nuova Sardegna

Oristano

Profili di dna e telefonini per risolvere l’omicidio

di Enrico Carta
Profili di dna e telefonini per risolvere l’omicidio

Pompu, in aula per il delitto Murranca il medico legale e gli esperti di telefonia Il cellulare di un imputato agganciò la cella del luogo in cui fu bruciato il corpo

15 dicembre 2015
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POMPU. Due udienze per gli ultimi testimoni, poi la sentenza. Si avvicina il giorno del giudizio per l’omicidio del commerciante ambulante Antonio Murranca, assassinato nel settembre del 2014 probabilmente per prendere l’incasso dei due giorni precedenti di vendite in Gallura. Intanto nell’udienza di ieri a Cagliari si è consumato uno scontro tra il medico legale Roberto Demontis e il collegio difensivo. È stato in particolare l’avvocato Carlo Figus, attraverso il suo consulente Andrea Maludrottu, a sollevare alcune questioni che hanno acceso una mattinata che sembrava destinata a scorrere tranquilla. Il difensore di Stefano Murru, 40 anni di Pompu, imputato assieme agli amici Lorenzo Contu, 52 anni di Morgongiori, e Graziano Congiu, 31 anni di Ruinas, ha puntato l’obiettivo sugli accertamenti genetici contestando l’operato del medico legale, il quale avrebbe inserito nella propria relazione risultati di accertamenti affidati ad altre persone che servivano per identificare il cadavere che fu dato alle fiamme e ritrovato carbonizzato dentro il furgone di Antonio Murranca.

La certezza che si tratti del commerciante è garantita dal test del dna, ma essendo stato effettuato da un altro laboratorio la difesa ha chiesto che di quell’aspetto debba parlarne chi ha direttamente svolto il lavoro.

La Corte d’Assise di Cagliari prenderà una decisione, ma intanto ha completato l’audizione dei due consulenti Cappai e Cestaro ritenuti fondamentali dal pubblico ministero Paolo De Falco. In aula è stato ribadito come la cella telefonica di Bia Manna, nel territorio di Marrubiu dove fu ritrovato il cadavere carbonizzato di Antonio Murranca, non aggancia i telefonini in funzione nella zona di Masullas dove hanno detto di trovarsi i tre imputati. I riflettori, in questo caso, sono puntati in particolare su Graziano Congiu perché il suo telefono si accende proprio nelle campagne di Marrubiu il giorno in cui il cadavere di Antonio Murranca veniva dato alle fiamme. È una delle prove regine dell’accusa che il 7 gennaio terminerà i propri testimoni. Nella stessa udienza saranno ascoltate alcune fondamentali intercettazioni e quindi inizierà l’audizione dei testimoni chiamati a deporre dall’avvocato della parte civile, Gianfranco Siuni. L’udienza del 14 gennaio è invece quella riservata ai testimoni indicati dagli avvocati difensori Carlo Figus, Angelo Battista Marras e Michele Ibba. Sono le ultime carte da giocare in un processo che si costruisce di tanti piccoli dettagli.

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