La Nuova Sardegna

Oristano

Oristano, pronto intervento randagi tra storie liete e casi disperati

di Simonetta Selloni
Oristano, pronto intervento randagi tra storie liete e casi disperati

Alla clinica veterinaria un continuo viavai anche nel giorno della festa: cani e gatti arrivano spesso in condizioni gravissime. Poi molti vengono adottati

07 gennaio 2016
3 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. Mell saltella sulle zampette e offre la sua parte integra, la sinistra, alla mano di chiunque abbia voglia di farle una carezza. La parte destra non c’è più: devastata da non si sa bene cosa, occhio cancellato, così pure l’orecchio. Eppure Mell non ne fa conto: scodinzola allegra e felice nella sua casa, alla Clinica Veterinaria Duemari, dove abita dall’apertura della struttura, nel 2003. Troppo ferita, troppo malandata: e nessuno se l’è presa. Così è rimasta qui, come Ciccia, cagnetta diabetica e praticamente cieca, «ma ora la operiamo e torna a posto», sottolinea Monica Pais, medico veterinario titolare della Clinica con il marito, Paolo Briguglio.

Mell e gli altri. Mell, Ciccia, Felice «perché quando è arrivato qua, il 14 dicembre, con le zampe posteriori tagliate di netto da una fresa, aveva uno sguardo tristissimo. Ma ora sta bene ed è felice di vivere, Felice», dice la dottoressa Pais. Almeno sei randagi tra i pazienti, tra loro anche Laccio, cagnolone rimasto imprigionato nelle trappole dei bracconieri, che abbondano, nelle campagne di Bosa. Lo ha recuperato Nicola Piana, per conto del Servizio di prevenzione di randagismo della Asl 5 che ha una convenzione con la Clinica. Laccio è stato operato, ha trascorso una nottataccia ma eduardianamente, l’ha passata. Cani e gatti, una decina: tra loro, Roberta Bolle e Carla Stracci, avatar feline dei due celebri ballerini, condividono la stessa ampia gabbia pur detestandosi elegantemente. C’è poi 34, gattona vecchia e malandata. Deve il suo nome al fatto che quando è arrivata in Clinica, la temperatura corporea era bassissima.

Epifania in Clinica. È il giorno dell’Epifania, ufficialmente la clinica è chiusa ma le porte si aprono in continuazione. H24, reperibilità 24 ore al giorno: non è un caso che la Clinica sia convenzionata con la Asl 5 di Oristano per ricevere i randagi vittime di incidenti. E che svolga la funzione di centro di recupero della fauna selvatica in difficoltà per conto della Provincia di Oristano. Una quindicina i veterinari impegnati in un servizio che non conosce orari. E non è un’eccezione vedere professionisti altamente specializzati impegnati a pulire le postazioni di gatti o cani, nonostante un imponente servizio si occupi di questo aspetto. Quel che impressiona è l’amore che accompagna ogni gesto. «Non si regge sulle gambe», spiega una signora con un traballante cagnolino nella sala d’ingresso dove Macchia e Samantha, le due gatte-segretarie, accolgono tutti acciambellate in una cesta rossa.

Tim Burton. Ci sono i pazienti che arrivano accompagnati dai loro proprietari. E ci sono i rottami, quelli in condizioni disperate, investiti o devastati dalla malvagità umana. Nella clinica ci si imbatte in un bestiario che sembra uscito dalla fantasia di Tim Burton: animali senza zampe, con ferite profonde e occhi ancora più profondi che, proprio come i personaggi di Burton, esprimono una umanità sconosciuta agli esseri che li hanno ridotti in quelle condizioni. «Nella stragrande maggioranza dei casi vengono adottati, quando non avviene, li teniamo noi», spiega Monica Pais. E così diventano parte della famiglia Duemari. E se è vero che c’è la convenzione con la Asl per il primo intervento, è anche vero che poi ci sono tante spese. Qualcuno tenta di fare il furbo. Magari arrivando alle 3 di notte e pensando che tutto, ma proprio tutto, sia gratis. Non è e non può essere così.

Uomini e bestie. Ci sono gli animali che arrivano tra le braccia di persone che li raccolgono dalla strada o in campagna. Persone disposte a fare anche un sacrificio per salvare bestiole destinate a morte certa. «Poi vengono a trovarli, quasi sempre li adottano. Regalano cibo, traverse», dice ancora la dottoressa Pais. Capire che la lotta al randagismo è un bene per la comunità, visto che, tanto per fare un esempio, un cane al canile costa 1000 euro l’anno, è un percorso difficile. «Siamo andati nelle scuole, abbiamo parlato con i bambini e i ragazzi. La cultura del rispetto per gli animali è un processo lungo», conclude.

Tra rottami e croste che regalano sguardi di riconoscenza incondizionata, così trascorre l’Epifania, alla Clinica Duemari.

In Primo Piano
Verso il voto

Gianfranco Ganau: sosterrò la candidatura di Giuseppe Mascia a sindaco di Sassari

Le nostre iniziative