La Nuova Sardegna

Oristano

Tadasuni rifiuta la maglia nera ambientale

Tadasuni rifiuta la maglia nera ambientale

Per l’osservatorio provinciale il dato della differenziata non è “classificabile”. La risposta del sindaco

09 gennaio 2016
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TADASUNI. Al Comune di Tadasuni la maglia nera dell’Alto Oristanese per la raccolta dei rifiuti sta molto stretta. L’amministrazione civica contesta il “dato fantasma” evidenziato dall’ Osservatorio provinciale nel rapporto annuale sulla raccolta differenziata.

Secondo il rendiconto relativo all’andamento dei conferimenti negli 88 Comuni del versante centro occidentale dell’isola, il tasso di differenziazione conseguito nel 2014 nel piccolo centro del Guilcier sarebbe così basso da non essere neppure classificabile. “Dato non validato” è la dicitura riferita alla municipalità di Tadasuni nella relazione riepilogativa delle percentuali di diversificazione delle frazioni raggiunte dai singoli paesi.

Un risultato che secondo l’amministrazione locale non rispecchia la situazione effettiva: «Non ci risulta affatto che il nostro paese sia deficitario in questo senso» ha obiettato il sindaco Mauro Porcu, che per verificare la sua prima impressione sulla presunta incongruenza tra i dati forniti dall’ente locale al gestore dell’epoca e i dati trattati dall’Osservatorio provinciale sui rifiuti è andato a scartabellare tutta la documentazione relativa al servizio domiciliare di nettezza urbana andando a ritroso nel tempo di molti anni.

«Fino al 2011 abbiamo registrato una percentuale di differenziazione altissima, dopodiché abbiamo cambiato gestore, ma i dati di Tadasuni sono perfettamente in linea con quelli degli altri paesi. I nostri cittadini effettuano correttamente la differenziata, siamo nella norma», ha puntualizzato Mauro Porcu che ieri ha tentato di contattare la Provincia per capire dove si annidi il problema.

«Per il futuro, comunque - ha concluso il sindaco - dovremmo avere dati uniformi perché da un anno e mezzo il servizio è gestito dall’Unione dei Comuni ed è svolto da un’unica ditta».

Il cambiamento rispetto al 2014 c’è già stato e si tratta di una variazione in positivo: un tasso di differenziazione pari al 59,2 per cento. Il risultato conseguito nei primi dieci mesi del 2015 è nettamente superiore alla media del 51 ricavata dai dati forniti dall’Osservatorio, che però non considerano i numeri rivendicati dal Comune di Tadasuni, che solo cinque anni fa si attestavano sul 76. Tuttavia l’incremento di uno o due punti percentuali c’è e denota i progressi nella propensione dei cittadini a separare meglio le frazioni dei rifiuti.

Maria Antonietta Cossu

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