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Legni, pietre e fiamme: tra Barigadu, Gulcier e Sarcidano

Legni, pietre e fiamme: tra Barigadu, Gulcier e Sarcidano

SAMUGHEO. Il copione è pressoché lo stesso ovunque ma ci sono variabili che caratterizzano diverse manifestazioni del Barigadu e del Guilcier, fino al Sarcidano, a Laconi, dove è stata messa in...

16 gennaio 2016
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SAMUGHEO. Il copione è pressoché lo stesso ovunque ma ci sono variabili che caratterizzano diverse manifestazioni del Barigadu e del Guilcier, fino al Sarcidano, a Laconi, dove è stata messa in piedi una proposta turistica di grande interesse, denominata “Legni e pietre: la Festa dei Fuochi”. A Samugheo la festa di Sant’Antonio Abate coincide con la prima uscita dell’anno dei Mamutzones. I figuranti si dispongono in cerchio attorno al fuoco e danno il via a una danza propiziatoria cadenzata dal suono dei campanacci. La cornice dei festeggiamenti è piazza San Sebastiano, dove il 20 gennaio si accende un nuovo falò in onore di quel santo. Stesso cronoprogramma, eccezion fatta per l’anteprima del carnevale, a Sorradile, che con Samugheo ha in comune il patrono. Le maschere fanno la loro comparsa anche a Neoneli, patria di Sos Corriolos, che si sottopongono davanti al pubblico al rito della vestizione. Ad Ardauli i festeggiamenti sono preceduti da “sa panizzedda”, un'usanza che vede protagonisti i bambini. Al mattino i più piccoli bussano alle porte delle abitazioni di parenti e compaesani, che offrono loro il dolce tipico della tradizione gastronomica a base di mandorle e sapa. Spostandosi al di là dell’Omodeo ci si imbatte nella piazza Sant’Antonio di Sedilo, dove si svolge l’asta dei prodotti agroalimentari che gli abitanti donano alla chiesa in omaggio al santo. A metà pomeriggio un capannello di persone si raduna attorno al banditore che dà il la a “sos protzettos”, incitando i partecipanti ad alzare la posta per aggiudicarsi vassoi di pabassinos e altri dolci, formaggi, salumi, agnellini e maialetti. E resiste anche la tradizione legata alla questua dei bambini.

A Boroneddu, ma non solo, c’è ancora qualcuno che usa prendere una manciata di brace benedetta e portarla nella propria casa come buon auspicio. L’antico rito del falò si rinnova anche a Paulilatino, che dopo due anni si riappropria del sito storicamente riservato ai festeggiamenti di Sant’Antonio, piazza San Teodoro. Ad Abbasanta la preparazione del falò è demandata a tre gruppi storici detti sotzios: “sos Antonis”, i ferrovieri e la leva dei diciottenni. Nel sagrato della chiesa di Sant’Antonio ha luogo “sa ditta”, vendita a scopo benefico di prodotti gastronomici. Nella vicina Aidomaggiore sono i neo diciottenni e le tre confraternite religiose ad occuparsi dei preparativi interessandosi del taglio, del trasporto e della sistemazione delle “tuvas!.

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