La Nuova Sardegna

Oristano

Il quadrilatero della droga, chiesti 32 anni di carcere

di Enrico Carta
Il quadrilatero della droga, chiesti 32 anni di carcere

A processo in tre per spaccio a Oristano, Santa Giusta, Marrubiu e Terralba Il pm sollecita pene da 16, 12 e 4 anni con multe da 160mila a 40mila euro

20 febbraio 2016
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ORISTANO. Uras, Terralba, Santa Giusta e Oristano: il quadrilatero dello spaccio della droga con sponda nella penisola tra Calabria e Abruzzo. In tre, accusati di aver messo in piedi un traffico di notevoli dimensioni, rischiano condanne record accompagnate da multe a cinque zeri. Le richieste del pubblico ministero Marco De Crescenzo sono pesantissime: sedici anni di carcere e 160mila euro di multa per Andrea Raimondo Onnis, 39 anni di Uras; dodici anni e 120mila euro di multa per Gabriele Pili, 53 anni di Marrubiu; quattro anni e 40mila euro di multa per Martino Cadoni, 40 anni di Santa Giusta.

È l’ultimo stralcio di un processo partito con sette imputati che pian piano si sono ridotti sino ai tre attuali. Gli altri quattro avevano infatti scelto strade più brevi come il patteggiamento o il rito abbreviato celebrato di fronte al giudice per le udienze preliminari. Davanti a quello monocratico, Francesco Mameli, è invece alle battute conclusive il rito ordinario con la pubblica accusa che ha esposto la sua requisitoria arrivando a chiedere le condanne pesantissime. Il processo si basa quasi interamente su intercettazioni telefoniche e ambientali. Le registrazioni inchioderebbero i tre imputati avendo fatto luce sui loro legami e su come poi operassero nel mercato locale della droga arrivando a coprire varie zone dal capoluogo a Santa Giusta, dal Terralbese a Uras. La chiave sarebbero stati i viaggi in Calabria e in Abruzzo effettuati per rifornirsi di hascisc e cocaina poi da rivendere ai tanti consumatori. Giardinetti, piazze o persino l’officina di uno degli imputati erano il punto di riferimento per chi andava a prendersi la sua dose per lo sballo quotidiano o del fine settimana.

L’entità delle pene è lievitata per via dei precedenti e della recidiva che viene contestata in particolare ad Andrea Raimondo Onnis, ma è presto per tirare le somme. Il giudice ha infatti rinviato l’udienza al 1° marzo per l’arringa difensiva dell’avvocato Manuela Cau che tutela Martino Cadoni, mentre il 18 marzo toccherà agli avvocati Antonello Perria e Cristina Puddu, difensori di Andrea Raimondo Onnis e Gabriele Pili, illustrare le proprie tesi. Il collegio difensivo punterà in particolare su un aspetto: non essendo stati fatti dei sequestri di stupefacente, ma essendo la prova basata solo sulle intercettazioni non ci sarebbero elementi per dimostrare che poi lo spaccio avveniva davvero.

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