La Nuova Sardegna

Oristano

Addio alla Provincia con la rete dei Comuni

di Enrico Carta
Addio alla Provincia con la rete dei Comuni

Il sindaco del capoluogo invita altri 26 paesi a costituire il nuovo ente locale intermedio

26 febbraio 2016
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ORISTANO. Da soli si perde, così il capoluogo prova a fare da calamita e attirare a sè tanti altri piccoli Comuni. Il 13 marzo è la data ultima per decidere con chi stare. È il giorno in cui dovranno essere chiare le proposte per la formazione delle nuove aggregazioni di enti locali che vanno a sostituirsi alle province ormai morenti. Oristano, che ha definitivamente abbandonato le piste che portavano all’Unione dei Comuni Fenici, sa già di avere in tasca il titolo di Città media, garantito per legge alle località con più di trentamila abitanti. Il suo futuro poggerebbe già su fondamenta solide, ma in queste settimane, in Comune si è lavorato per ampliare gli orizzonti, ritenendo che i campanili siano belli, ma, se sono molti, garantiscono la possibilità di vedute più ampie e da più punti di osservazione.

Così il sindaco Guido Tendas, dopo un’ampia discussione con la sua giunta e in particolare con l’assessore alla Programmazione Giuseppina Uda ha convenuto che rimanere isolati non faccia bene a nessuno. Giusto ieri ha così lanciato il suo invito ai primi cittadini di altri ventisei comuni. Sono Allai, Arborea, Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Marrubiu, Milis, Narbolia, Nurachi, Ollastra, Palmas Arborea, Riola Sardo, Samugheo, San Vero Milis, Santa Giusta, Siamaggiore, Siamanna, Siapiccia, Simaxis, Solarussa, Terralba, Tramatza, Villanova Truschedu, Villaurbana, Zeddiani e Zerfaliu con cui il capoluogo aveva già avuto dei rapporti fruttuosi in questi ultimi tempi e con questi si vogliono valutare le possibilità offerte dalla riforma degli enti locali, nata dopo l’abolizione delle province.

Il 1° marzo alle 17.30 saranno a palazzo degli Scolopi assieme all’assessore regionale agli Enti Locali, Cristiano Erriu, dal quale si attendono suggerimenti e sostegno per la manovra in atto.

Oristano si vorrebbe porre alla guida di una Rete di Comuni, ente intermedio che supera la dimensione della Città media. Per la sua formazione c’è bisogno proprio di una località che conti più di trentamila abitanti e che la fetta di popolazione abbracciata da questa sorta di unione dei comuni superi i cinquantamila abitanti. Ecco perché è ritornata in auge l’idea di Area Vasta.

Ovviamente fare i conti senza gli osti è impossibile e siccome l’incontro del 1° marzo è solo il primo, è difficile che si arrivi ad un accordo immediato anche se il tempo stringe. «La mia idea – spiega Guido Tendas – nasce dall’esperienza positiva che abbiamo avuto in questi anni in cui il Comune è stato da noi amministrato. Senza prevaricare i Comuni più piccoli, ma garantendo loro un maggiore peso per via della presenza di Oristano abbiamo lavorato bene per diversi progetti in campo socio-sanitario, dei trasporti, del turismo. I numeri contano e la capacità di contrattazione cresce se siamo molti».

È quel che ribadisce l’assessore alla Programmazione Giuseppina Uda: «Il territorio vuol contare? Vuole avere i servizi? Se ci dividiamo in una serie di piccole entità avremo un peso, se c’è invece un nucleo forte con un numero di popolazione adeguato ne avremo un altro. Non ci si dimentichi di quanto accaduto recentemente per il tribunale, la prefettura e altri uffici pubblici».

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