La Nuova Sardegna

Oristano

Rio Mar‘e Foghe, il maltempo sposta i giacinti

di Claudio Zoccheddu
Rio Mar‘e Foghe, il maltempo sposta i giacinti

Le recenti piogge hanno innalzato il livello del canale Le piante infestanti hanno sfiorato il ponte sulla 292

03 marzo 2016
2 MINUTI DI LETTURA





RIOLA SARDO. È bastata un po’ di pioggia per riportare a galla un problema che si ripropone costantemente e che forse, mai come in questi giorni, è stato lontano dal trovare una soluzione definitiva. Il rio Mar’e Foghe ha aumentato sensibilmente la sua portata dopo le piogge dei giorni scorsi, il livello è salito e i giacinti hanno sfiorato il ponte che scavalca il canale irriguo e che permette la circolazione delle auto sulla strada statale 292. Le piante, tuttavia, sembrano aver lasciato un minimo di respiro alle acque e parrebbero addirittura sparite dalla zona: «Purtroppo non è così», spiega il sindaco, Domenico Ari, «il vento ha spostato la massa vegetale verso lo stagno di Cabras ma purtroppo l’infestazione è ancora un problema. Lungo il Mar’e foghe ci sono anche altre zone in cui i giacinti sono floridi e rappresentano un problema, soprattutto nel tratto di canale che ricade nel comune di Zeddiani». Il tappeto verde è dunque in balia del vento e basta un cambio di direzione per determinare lo spostamento di una mole incredibile di vegetali che, a quanto sembra, hanno iniziato a svilupparsi anche in altezza. L’ennesimo campanello d’allarme che suona a vuoto da diversi anni. Al punto che, ormai, la battaglia contro l’infestazione della pianta tropicale sembra persa definitivamente. Per risolvere il problema servirebbe un intervento che nessuno è un grado di sostenere. La Provincia è al verde e fatica anche a sopportare i lavori di manutenzione ordinaria sulle strade, i Comuni non se la passano molto meglio e, nonostante nella questione siano interessate le amministrazioni di cinque paesi (Riola Sardo, Nurachi, Zeddiani, Baratili San Pietro e Tramatza, immaginare un intervento risolutivo finanziato dagli enti locali è pura fantascienza. Il sindaco, però, non ha nessuna intenzione di sentirsi addossare le colpe: «L’unica responsabile è la Regione», aggiunge Ari, «non si interessa del problema e quando l’ha fatto ha utilizzato metodologie sbagliate che hanno tamponato l’infestazione ma non l’hanno risolta». La rimozione meccanica sarebbe quindi solo che un palliativo: le pale meccaniche che ripescavano i giacinti dalle acque del Mar’e foghe non potevano far nulla per evitare che qualche mese dopo ci si ritrovasse punto e a capo. Anche l’idea di coinvolgere i contadini e di utilizzare il giacinto come concime biologico è naufragata perché nessuno poteva pagare il lavoro delle pale meccaniche che avrebbero dovuto pescare le piante e scaricarle sui rimorchi dei trattori. Un quadro disastroso destinato a peggiorare quando arriverà la primavera.

Il blitz

Sassari, controlli dei Nas in tutta l’isola: sequestrati 855 chili di uova e colombe di Pasqua scadute o conservate tra i topi

Le nostre iniziative