La Nuova Sardegna

Oristano

L’Unione dei Comuni del Barigadu gestirà anche i servizi sociali

di Maria Antonietta Cossu
L’Unione dei Comuni del Barigadu gestirà anche i servizi sociali

Sta per completarsi l’iter di trasferimento delle funzioni I centri che fanno parte dell’Unione sono nove

05 aprile 2016
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BUSACHI. A quasi tre anni dai primi atti d’indirizzo entra nella fase decisiva il processo di trasferimento dei Servizi sociali all’Unione del Barigadu. L’obiettivo è di completare l’iter entro il primo semestre e dotarsi di un sistema di gestione territoriale già dal primo luglio. A questo scopo l’assemblea dei sindaci dei nove Comuni appartenenti all’ambito territoriale ha recentemente approvato le direttive per definire il trasferimento delle funzioni. L’organizzazione del servizio e il coordinamento delle risorse umane competerà al direttore dei servizi sociali associati, la figura professionale individuata con una selezione interna alla quale l’ente amministrativo ha affidato l’incarico a tempo di istruire e completare il procedimento che spianerà la strada all’erogazione unitaria di prestazioni, attività e interventi economici. All’incaricata spetterà il compito di organizzare e coordinare gli incontri tecnici con i dipendenti degli altri enti locali per impostare un modello organizzativo e suddividere i compiti. Dopo il sistema interbibliotecario, il trasporto scolastico e la raccolta domiciliare dei rifiuti, quello sociale sarà il quarto servizio che ognuna delle municipalità del Barigadu si prepara a gestire in compartecipazione con le altre. «A meno di proroghe, entro la fine del 2016 i Comuni dovranno trasferire tutte le funzioni alle Unioni e noi vorremmo cominciare dai servizi sociali», ha detto il presidente dell’ente sovraterritoriale, Roberto Putzolu, che sulla conclusione dell’iter non dà indicazioni tassative ma spiega qual è l’intento delle amministrazioni locali. «Stiamo lavorando per far partire il servizio dal mese di luglio», ha detto. Più ostico si presenta, invece, il cammino che dovrà portare all’istituzione della polizia locale. Sull’obiettivo della gestione associata del servizio di vigilanza esistono alcuni deliberati preliminari ma il percorso si è arenato tempo fa per difficoltà di tipo organizzativo. La carenza di personale è una di queste. Gli enti locali ad avere almeno un vigile in pianta organica non sono neppure la metà. Lo stesso Comune di Ardauli usufruisce delle prestazioni del personale alle dipendenze di un’altra municipalità. Nel recente passato è stata tentata la soluzione prospettata con l’ assorbimento dei dipendenti delle Provincie ma il tentativo non è andato a buon fine. «L’anno scorso avevamo fatto un bando di mobilità ma non si era presentato nessuno – ha raccontato il sindaco Roberto Putzolu –. Anche perché quella del vigile è una figura di tipo C che le Province non hanno».

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