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Strappato lo striscione che ricorda la Resistenza

di Alessandro Farina
Strappato lo striscione che ricorda la Resistenza

BOSA. Qualche mano ignota ha rimosso lo striscione con la scritta “25 Aprile ora e sempre Resistenza”, che era stato piazzato sul ponte pedonale nella giornata dedicata alla Liberazione. Un gesto...

27 aprile 2016
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BOSA. Qualche mano ignota ha rimosso lo striscione con la scritta “25 Aprile ora e sempre Resistenza”, che era stato piazzato sul ponte pedonale nella giornata dedicata alla Liberazione. Un gesto ritenuto da censura alla Casa del Popolo, che aveva dato corso all’iniziativa grazie a un gruppo di giovani. «Era l’occasione per ricordare il sacrificio di chi ha combattuto la dittatura e cacciato nazisti e fascisti, per ridare a tutti la libertà. Ad esempio la libertà d’espressione oggi ci è stata negata, visto che, mentre la giunta comunale rendeva omaggio ai caduti, lo striscione è stato strappato», spiegano dalla Casa del Popolo.

Per settimane nello stesso sito ha campeggiato uno striscione della battaglia No Trivelle in vista del referendum del 17 aprile. «Ci sembra ovvio a questo punto chiederci cosa abbia portato a compiere tale gesto, per di più di fronte a tanti visitatori», è il quesito che si pongono. Sul Lungotemo era in corso l’ultimo affollato giorno di appuntamenti del Bosa Beer Fest.

«In una piccola realtà e soprattutto in un epoca in cui ancora, nonostante tutto, si deve lottare per i diritti e la libertà, ci fa sorridere che a qualcuno abbia dato tanto fastidio leggere quelle parole», chiudono quindi dalla Casa del Popolo. La considerazione è stata condivisa da tanti cittadini che, al di là del proprio personale indirizzo politico, riconoscono nei valori della lotta partigiana in Italia uno dei fondamenti del percorso democratico che ha investito da quella data anche Bosa. Realtà fatta per secoli di dominazione, sofferenza e povertà per la stragrande maggioranza dei residenti, alla mercé di invasori, printzipales e nel ventennio dell’autoritarismo del regime. «È un gesto inqualificabile», dice Domenico Cabula, storico dirigente sindacale che commenta l’illegittima rimozione dal Ponte della Pace, accompagnando la frase con un post pubblicato sulla pagina social della Casa del Popolo corredato da una fotografia dello striscione. «Ho pensato che la festa che si svolgeva sui due lati del Temo avesse sancito, con la posa dello striscione e in maniera indelebile, il connubio tra il dovuto ringraziamento ai Partigiani protagonisti della Resistenza e la voglia di mettere in pratica quella libertà riconquistata anche gustandosi una buona birra artigianale».

Evidentemente c’era chi non la pensava così: «Sapere che lo striscione è stato strappato mi lascia esterrefatto e pone alcuni interrogativi. Chi lo ha tolto? Perché? A chi dava fastidio? C’è forse qualche padrone del ponte pedonale che non conosco?», le legittime domande di Domenico Cabula. Ora sono quesiti di un’intera comunità.

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