La Nuova Sardegna

Oristano

Rito abbreviato a luglio per l’omicidio Casula

di Enrico Carta
Rito abbreviato a luglio per l’omicidio Casula

Paulilatino, prosegue l’attesa per capire se siano valide le intercettazioni Sul delitto pesa la possibile inutilizzabilità dei rilievi fatti con una microspia

05 maggio 2016
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PAULILATINO. La Cassazione ancora tace. La motivazione evidentemente è complessa, ma il tribunale di Oristano non può attendere oltre. Un nuovo rinvio non era possibile e così l’udienza preliminare di fronte al giudice Silvia Palmas per l’omicidio di Giovanni Casula è andata avanti con la richiesta della difesa di Gavino Madau, unico imputato. Gli avvocati Gian Luigi Mastio e Marcello Sequi hanno infatti formalizzato la decisione di procedere con il rito abbreviato che si discuterà il 13 luglio.

Resta da capire se lo si farà con in mano il pronunciamento della Corte di Cassazione oppure senza che i giudici della suprema corte abbiano motivato la precedente decisione.

La differenza non è di poco conto, visto che sull’intera indagine grava l’eccezione sollevata dalla difesa che aveva chiesto che venissero dichiarate nulle le intercettazioni ambientali effettuate dalla procura che, attraverso il pubblico ministero Paolo De Falco, aveva coordinato l’indagine affidata ai carabinieri della Compagnia di Ghilarza e a quelli della stazione del paese. Grazie a una microspia collocata nell’auto dell’allevatore, gli inquirenti avevano potuto ascoltare conversazioni di Gavino Madau e stabilirne la posizione attraverso il rilevamento satellitare.

È principalmente per questo che, poco meno di un anno fa, finì in carcere con l’accusa di aver ucciso a sprangate il compaesano Giovanni Casula, 69 anni. Qualcuno gli fracassò il cranio nella sua casa la notte tra il 30 e il 31 ottobre del 2014. Sembrava un delitto difficile da risolvere, invece, la microspia fu determinante per portare gli inquirenti sulla giusta strada. Il problema è che era stata inserita nell’auto di Gavino Madau per un’altra indagine, sempre per omicidio, per la quale risultò estraneo. Gli inquirenti però non l’avevano disattivata e così è tornata utile nel momento in cui si indagava per la morte di Giovanni Casula. L’autorizzazione per l’utilizzo della “cimice” era però scaduta e quindi la difesa, nelle fasi successive all’arresto di Gavino Madau aveva presentato richiesta di scarcerazione proprio in virtù dell’inutilizzabilità delle intercettazioni. Respinta per due volte, quella richiesta aveva ottenuto una decisione che pareva favorevole da parte della Cassazione che aveva annullato con rinvio la decisione che autorizzava la custodia cautelare in carcere. Il problema è che i giudici non hanno ancora reso note le motivazioni di questa decisione e così il processo rimane sospeso in una sorta di limbo. Se ne uscirà entro il 13 luglio?

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