La Nuova Sardegna

Oristano

Contributi illegittimi, stangata per padre e figlio

di Enrico Carta
Contributi illegittimi, stangata per padre e figlio

Mogoro, agricoltori condannati dalla Corte dei Conti per i finanziamenti Argea Avevano ottenuto con fatturazioni gonfiate 331mila euro di agevolazioni

08 giugno 2016
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MOGORO. Arriva la stangata. È una bastonata della Corte dei Conti che picchia su figlio e padre capaci di portare a casa un finanziamento a cinque zeri che non sarebbe spettato loro se avessero invece fatto le cose in regola. Il tribunale contabile li ha così condannati a restituire 331mila e 715 euro a cui vanno aggiunti gli interessi. È la somma che i giudici Cristina Astraldi, Antonio Contu e Maria Elisabetta Locci hanno quantificato in qualità di risarcimento per la Regione che attraverso l’agenzia Argea aveva prestato i soldi ad Andrea Maccioni.

Questi doveva far crescere la propria azienda agricola “Allevamento felice” e aveva giocato la carta del finanziamento pubblico. Era riuscito ad entrare in graduatoria e a farsi finanziare sia un intervento per l’allevamento suinicolo sia un intervento per la produzione di olive da mensa. Di soldi pubblici, che dovevano compensare l’acquisto di macchinari e altri interventi per far viaggiare al meglio l’azienda, ne arrivarono parecchi perché il finanziamento avrebbe dovuto coprire il 60% delle spese indicate per compiere le migliorie.

Il meccanismo è semplice, anche il modo per raggirarlo lo può essere. Andrea Maccioni era riuscito a mettersi in tasca tutti quei soldi, attraverso l’indispensabile aiuto del padre Raimondo che era colui che dal procuratore generale della Corte dei Conti, Donata Cabras, viene indicato come amministratore di fatto dell’azienda nonché fornitore del figlio stesso. L’intervento avrebbe fatto risultare spese che in realtà non sarebbero mai avvenute, ma la certificazione aveva tratto in inganno chi poi doveva valutare la bontà delle richieste. Arrivarono così 262mila euro per l’allevamento dei suini e 69mila euro per l’olivicoltura.

Poi il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, che inviò anche una relazione alla procura della Repubblica per valutare la questione sul versante penale, ha iniziato un lavoro di controllo su tantissimi finanziamenti pubblici per l’agricoltura scoprendo vari casi di fondi ottenuti illegalmente. Questo dell’azienda “Allevamento felice” era tra quelli, ma ora i soldi torneranno indietro con gli interessi. I 331mila 715 euro vanno infatti rivalutati secondo gli indici dell’Istat che saranno calcolati dalla data dell’erogamento del finanziamento che risale al febbraio del 2008 sino al momento in cui il debito con l’erario verrà saldato.

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