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Raccolta di funghi, una legge per fermare l’anarchia

Raccolta di funghi, una legge per fermare l’anarchia

NORBELLO. Si comincia a respirare un insolito ottimismo sulla possibilità di colmare l’annoso vuoto normativo che c’è in Sardegna in materia di raccolta e commercializzazione dei funghi. A...

11 giugno 2016
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NORBELLO. Si comincia a respirare un insolito ottimismo sulla possibilità di colmare l’annoso vuoto normativo che c’è in Sardegna in materia di raccolta e commercializzazione dei funghi.

A riaccendere le speranze degli addetti ai lavori è la piega positiva che ha preso la discussione di tre proposte di legge presentate alla IV Commissione del Consiglio regionale. All’audizione che si è svolta nei giorni scorsi hanno preso parte diverse associazioni dell’Oristanese e del Cagliaritano, incluso il gruppo micologico norbellese.

Sulla possibilità di portare in tempi brevi un testo di legge all’attenzione dell’assemblea regionale si è speso il consigliere Attilio Dedoni. L’esponente dei Riformatori sardi ha caldeggiato la stesura di un testo unico riepilogativo delle tre proposte in campo e ha assunto l’impegno di far inserire l’argomento nell’agenda del Parlamentino sardo entro l’estate.

Dello stesso orientamento si è mostrato anche il presidente della commissione Governo del territorio, Antonello Solinas. «Sono abbastanza ottimista sulla possibilità che si riesca ad approvare una legge entro questa legislatura», ha commentato il presidente dell’Associazione micologica norbellese, Agostino Mele.

Codificare la raccolta e la commercializzazione dei funghi spontanei risponde in primis alla necessità di salvaguardare l’integrità di un ecosistema, concetto che Mele ha rimarcato anche in audizione: «Le funzioni ecologica e biologica che i funghi svolgono tramite la simbiosi, il saprofitismo, il parassitismo e il biomonitoraggio sono fondamentali».

Poi c’è l’aspetto dell’ordine pubblico da non sottovalutare: «In passato la raccolta indiscriminata o lo scarso senso civico di qualcuno hanno provocato problemi», ha proseguito il referente dell’Amn, che ai membri della commissione ha chiesto di specificare che è vietato abbattere muretti a secco o reti che delimitano le proprietà e, nei casi di danneggiamento, di obbligare al ripristino dei luoghi.

I testi esaminati convergono sulla quantità di funghi raccolti, in ogni non superiore ai tre chili, sull’obbligatorietà di corsi di formazione finalizzati al conseguimento di un tesserino nominativo e sull’applicazione di sanzioni ai contravventori.

Indicazioni condivise da Agostino Mele, che in più ha proposto di inserire anche l’ampiezza minima del diametro di tutte le varietà e di vietare la distruzione volontaria di funghi di qualsiasi specie.

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