La Nuova Sardegna

Oristano

Poligono sull’Omodeo sindaci sul piede di guerra

di Maria Antonietta Cossu
Poligono sull’Omodeo sindaci sul piede di guerra

«La Regione otto mesi fa aveva garantito che il campo sarebbe stato trasferito» Da allora nessun atto è stato adottato, «e ora Pigliaru mantenga gli impegni»

27 luglio 2016
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SORRADILE. Otto mesi fa il governatore Pigliaru si schierava dalla parte degli amministratori e delle popolazioni locali che non volevano il poligono del Caip in casa loro.

In un incontro pubblico ospitato a Busachi il presidente della Regione aveva assunto l’impegno di sollecitare il trasferimento del campo di addestramento alle armi della polizia di Stato.

Quasi il tempo di una gestazione, che però non sembra essere servito a partorire un risultato concreto.

Il condizionale è d’obbligo se invece si dà credito alle indiscrezioni sullo sgombero del campo di tiro entro l’estate. Se la notizia fosse confermata rappresenterebbe la svolta di una vertenza riguardo alla quale cominciava a farsi strada la convinzione che non fossero stati compiuti i passi decisivi per individuare un sito alternativo in cui svolgere l’addestramento militare.

Non c’è di che stupirsi, quindi, se il prolungato silenzio alimenta i timori di un ennesimo buco nell’acqua nutriti da chi ha portato avanti la rivendicazione sul diritto di sfruttare le risorse naturali della zona militare tra Soddì e Zuri e delle aree limitrofe.

A ogni modo, il tempo delle attenuanti è finito. A dirlo è il sindaco di Sorradile, Pietro Arca, tra i più ostinati oppositori della presenza del poligono vicino al lago.

Arca lancia un ultimatum alla Regione: «Il tempo dell’attesa è finito: ora Pigliaru deve mantenere gli impegni», esorta il primo cittadino avvertendo che «sarebbe il caso di parlare seriamente di programmazione negoziata per i nostri territori e per noi lo sviluppo non può prescindere dall’infrastrutturazione del lago, dalla creazione di itinerari tra siti archeologici, novenari campestri e chiese urbane, dalla fusione di storia, ambiente, enogastronomia e arte».

Giocoforza, l’offerta dei servizi deve essere commisurata alle aspettative e alle potenzialità dei luoghi. «Per questo il bacino e il porticciolo devono essere attrezzati per la pratica di tutti gli sport nautici», rileva il sindaco, che caldeggia anche la costruzione di un eliporto sull’Omodeo.

«Una base di atterraggio permetterebbe di aprire una nuova stagione di sviluppo delle attività sportive e turistiche ma anche di offrire maggiori garanzie sul piano della prevenzione e dell’ azione di contrasto agli incendi», è la convinzione maturata da Pietro Arca ancora prima che nelle colline del Barigadu scoppiasse il vasto rogo.

L’idea sarà rilanciata nel corso del tavolo tecnico previsto il 3 agosto a Cagliari tra i sindaci del Barigadu e del Guilcier, l’assessore alla Programmazione Raffaele Paci e il consigliere regionale che ha promosso l’incontro, Antonio Solinas.

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