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NORBELLO

Caduta mortale o infarto? È scontro tra i consulenti

Caduta mortale o infarto? È scontro tra i consulenti

NORBELLO. Morte sul lavoro e omicidio colposo oppure un tragico incidente dovuto a un infarto? È una domanda che, per ora, ha due risposte. Le hanno fornite in aula i due consulenti arrivati però a...

14 settembre 2016
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NORBELLO. Morte sul lavoro e omicidio colposo oppure un tragico incidente dovuto a un infarto? È una domanda che, per ora, ha due risposte. Le hanno fornite in aula i due consulenti arrivati però a esiti che paiono contrastanti. Non è quindi escluso che per risolvere il processo sulla morte dell’operaio Palmerio Vinci, per la quale sono imputati l’impresario edile di Norbello Giustino Mele e il responsabile del cantiere, l’abbasantese Michele Angelo Cossu, il giudice monocratico Francesco Mameli ricorra alla nomina di un perito. L’udienza di ieri è infatti stata il teatro dello scontro tra il medico legale Roberto Demontis e l’anatomopatologo Vindice Mingioni. Il primo era consulente del pubblico ministero, il secondo degli avvocati difensori Gianfranco Meloni, Basilio Brodu e Gavino Paolini, mentre al processo partecipa anche l’avvocato Antonio Cova che si è costituito parte civile per la vedova della vittima.

Ed è proprio dalla morte di Palmerio Vinci (64 anni), avvenuta in una casa di via Eleonora a Norbello il 23 dicembre del 2010, che si è partiti. Il dottor Roberto Demontis, chiamato in causa dal pubblico ministero Marco Ulzega ritiene che la morte sia avvenuta in seguito alla caduta da una scala priva di protezioni. Il muratore precipitò battendo il cranio e procurandosi quelle lesioni che lo portarono alla morte avvenuta pochi attimi più tardi.

Per il dottor Vindice Mingioni, invece, la caduta avvenne in seguito ad un infarto. Lo dimostra il fatto che non abbia provato a proteggersi con le mani, ma sia finito come un corpo morto. Era probabilmente privo di coscienza quindi quando è caduto da un metro e ottanta di altezza. È quanto ha sostenuto il consulente della difesa, suscitando però la reazione della controparte tanto che l’ipotesi della nomina di un perito del giudice si è fatta strada a fine udienza. La prossima è stata intanto fissata per 6 dicembre con nuove testimonianze.

L’accusa per i due imputati è quella di omicidio colposo che, secondo il pubblico ministero, sarebbe figlia della mancanza dei requisiti minimi di sicurezza imposti dalla legge.

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