La Nuova Sardegna

ORISTANO. Potrebbe traslocare da Brescia a Rovigo il processo a carico del presidente del movimento indipendentista Meris, Doddore Meloni, e dell’indipendentista di Terralba, Felice Pani, accusati assieme ad altri 46 imputati tutti della penisola di aver partecipato a un’associazione con finalità eversive e di terrorismo denominata “L’Alleanza” che aveva come obiettivo la proclamazione dell’indipendenza del Veneto.

L’udienza preliminare in programma ieri mattina al Tribunale di Brescia si è aperta infatti con una raffica di eccezioni che sostenevano l’incompetenza territoriale della magistratura bresciana e chiedevano quindi il trasferimento dell’inchiesta alla magistratura di Rovigo. Da parte sua, come annunciato alla vigilia dell’udienza, l’avvocato Cristina Puddu ha presentato un’istanza tesa a veder riconosciuto il diritto di Salvatore Meloni all’uso in udienza della lingua sarda e quindi anche alla nomina di un interprete per la traduzione in italiano delle sue eventuali dichiarazioni davanti al giudice. Sulla stessa scia anche i legali di buona parte degli imputati lombardi e veneti, che a loro volta hanno chiesto per i loro assistiti la possiblità di esprimersi in dialetto. Il giudice si è riservato e ha rinviato l’udienza al 3 marzo 2017.

l fatti risalgono alla primavera del 2014, quando i carabinieri del Ros di Brescia eseguirono 24 ordini di custodia cautelare a carico di altrettanti militanti o presunti militanti di due distinti movimenti indipendentisti e sequestrarono un rudimentale carro armato realizzato con tecnica fai da te sulla struttura di un trattore agricolo. In caso di rinvio a giudizio e condanna Meloni, accusato di semplice partecipazione all’associazione eversiva, rischia da cinque a dieci anni di carcere. Pani, accusato di aver partecipato anche alla sua costituzione e organizzazione, rischia invece da sette a quindici anni.