La Nuova Sardegna

Oristano

Derivati, conti da esaminare e il Comune rischia un salasso

di Enrico Carta
Derivati, conti da esaminare e il Comune rischia un salasso

La causa vinta contro la Bnl per il contratto illecito ha avuto l’effetto di bloccare l’emorragia Ma l’amministrazione deve comunque restituire ricavi per circa 2 milioni. Il perito di nuovo al lavoro

11 ottobre 2016
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ORISTANO. Rischiano comunque un bagno di sangue. Il Comune e le finanze cittadine usciranno agonizzanti dalla vicenda derivati nonostante la recentissima vittoria nella causa contro la Bnl. Si dice che gli errori dei padri li pagano i figli e così sarà in questo caso, anche se fortunatamente in misura ridotta rispetto alle previsioni dopo il successo legale ottenuto recentemente dall’amministrazione e dal suo legale Sisto Manzi. Questa storia poteva finire ben peggio, con l’ente pubblico cadavere se il contratto fosse andato a scadenza nel 2026.

Fortunatamente finirà molto prima e con il Comune agonizzante, ma ancora in piedi. La vicenda non si è infatti chiusa con la storica sentenza di qualche settimana fa che ha dato ragione all’amministrazione e torto alla banca, annullando il contratto finanziario “tossico”. La seconda puntata è appena iniziata e si svolge ancora una volta al tribunale di Roma, dove ieri è stato assegnato l’incarico al perito che aveva seguito per conto del giudice l’intero procedimento civile di primo grado. Sta ancora al professor Claudio Boido stabilire – ha due mesi di tempo per farlo a partire dal 27 ottobre – le cifre di tale accordo e riportare tutto al momento della firma sul contratto. Dalla sua stipula sino a oggi è infatti transitata in senso bidirezionale una grossa somma di denaro. Ora che il contratto è stato dichiarato nullo, i soldi che l’uno e l’altra hanno ricevuto o versato devono riprendere la direzione delle rispettive casse. Insomma, sia l’ente pubblico che la banca devono restituire quei capitali che hanno ricevuto e ottenere indietro quelli che invece hanno versato. Visto così sembrerebbe un affare per il Comune, perché è il vero danneggiato e ancor di più lo sarebbe stato se l’operazione finanziaria fosse arrivata a scadenza nel 2026. Invece, in attesa che il perito dia le cifre esatte, si può già prevedere che saranno circa due i milioni di euro che il Comune dovrà rendere alla Bnl a fronte di poco più di 100mila che torneranno invece nelle casse comunali.

Il gravissimo errore, oltre quello di accettare la proposta fatta dalla banca nel 2005 e poi di rinnovare il contratto nel settembre 2006, fu quello di utilizzare immediatamente i ricavi. Chi amministrava allora avrebbe dovuto fare la formica, ma preferì cantare come la cicala e ora le ferite iniziano a essere parecchie. Il contratto infatti prevedeva che nei primi tempi in cui esso era in vigore sarebbe stato vantaggioso per il Comune, che solo dopo circa sette anni avrebbe iniziato ad andare in perdita. È quel che sta succedendo e che avrebbe portato nel 2026 a passivi ben più cospicui rispetto ai due milioni che ora rischiano di dover uscire dalle casse comunali se la previsione grossolana dei conti dovesse essere poi anche quella indicata dal perito.

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