Festival cinematografico le sale saranno nei musei
Coinvolti l’Hospitalis, la sala Lybrid, museo diocesano e cantina della Vernaccia Nell’attesa della certificazione antincendio il Teatro Garau rimane chiuso
ORISTANO. Non potendo disporre di un prestigioso Palazzo del Cinema, ma neanche di una comunissima sala multimediale, il primo festival cinematografico di Oristano, che non a caso si intitola Monumenti al Cinema, chiede ospitalità ai luoghi storici della città. Più che una scelta, una necessità. Che però diventa virtù. A ospitare schermo e spettatori, ha spiegato il neo assessore comunale alla Cultura Maria Obinu presentando la rassegna, saranno il complesso dell'Hospitalis Sancti Antoni, la Sala Lybrid a piano terra del Palazzo Carta in piazza Eleonora, il nuovo Museo Diocesano Arborense e la Cantina della Vernaccia. Scelte quasi obbligate.
Oristano di fatto in questo momento non ha alcuno spazio pubblico dedicato a eventi e iniziative che abbiano a che fare con lo spettacolo. Teatro, cinema, danza o musica non fa differenza. Il massimo che la città può offrire in questo momento è un palco tirato su alla buona in piazza Roma o piazza Eleonora. Il Teatro Garau è chiuso a tempo indeterminato in attesa di una certificazione antincendio che pare non abbia mai avuto e che comunque tarda ad arrivare. "Forse la prossima primavera" hanno promesso da Palazzo degli Scolopi, ma la previsione rischia di essere molto ottimista.
E così quest'anno, tanto per fare uj esempio, la stagione teatrale della Cedac rischia di saltare, perchè anche l'Auditorium del Tecnico Mossa, che aveva ospitato la stagione 2015-2016 ha I suoi problemi. Come del resto il Teatro di san Martino, che ha un palcoscenico e perfino una galleria con i palchi ma non è mai stato collaudato e di conseguenza non può ospitare spettacoli, tantomeno a pagamento. Così come I “luoghi storici” che ospiteranno la rassegna. Ingresso rigorosamente libero per i 14 titoli in cartellone a partire da domani e fino al 16 dicembre ogni venerdì e ogni sabato. Arca russa, di Aleksandr Sokurov; Il gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene; Arrugas, di Ignacio Ferreras; Ti guardo (Lorenzo Vigas, Leone dì'ordo a Venezia nel 2015; Mommy, di Xavier Dolan, premio della Giuria a Cannes 2014; Taxi teheran, di Jafar Panahi, Orso d'Oro due anni fa alla Berlinale;The Tribe, di Myroslav Slaboshpytskkiy; Searching for Sugar man; Sponde, di Irene Dionisio; Bullied toDeath, di Giovanni Coda; Domenica, di Bonifacio Angius; I coloni di Arborea, di Antonello Carboni, e La Mina, di Simone Cireddu e Barbara Pinna. (fgp)