La Nuova Sardegna

Oristano

A Boroneddu la conta dei danni dopo la tempesta

A Boroneddu la conta dei danni dopo la tempesta

BORONEDDU. La tromba d’aria che domenica si è abbattuta nel territorio di Boroneddu si è lasciata dietro una scia di devastazione. Ancora ieri i vigili del fuoco erano all’opera sul versante di...

08 novembre 2016
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BORONEDDU. La tromba d’aria che domenica si è abbattuta nel territorio di Boroneddu si è lasciata dietro una scia di devastazione. Ancora ieri i vigili del fuoco erano all’opera sul versante di Sorradile e Tadasuni per ripristinare la percorribilità delle strade. A Boroneddu, dove la forza degli elementi ha provocato i disagi maggiori, la giunta ha deliberato sulla richiesta del riconoscimento dello stato di calamità: «Questo è il primo passo», ha detto il sindaco Fabrizio Miscali, che ieri ha fatto un nuovo sopralluogo nelle campagne del paese e in cimitero per cominciare a quantificare l’entità delle perdite economiche. «Siamo al lavoro per ripristinare lo stato dei luoghi nel cimitero, che resterà chiuso fino a quando non sarà nuovamente agibile, presumibilmente tra una settimana».

La forza d’urto del turbine ha scoperchiato i rivestimenti esterni di due blocchi di loculi, ha danneggiato una tomba e sradicato numerosi alberi, che si sono abbattuti sui luoghi di sepoltura.

Nella zona rurale non si contano gli alberi abbattuti dal vento, che hanno ostruito per una quarantina di metri l’alveo del rio Marzas. Danni ha riportato anche la viabilità, in particolare la strada di Su Montigu, dove si sono verificate alcune frane e alberi d’alto fusto sono stati spazzati dal vento.

Il vento ha scoperchiato due capannoni agricoli e in una di queste aziende gli alberi sradicati dalla terra sono franati sui muretti a secco provocandone il crollo in più punti. L’entità dei danni economici è notevole, una stima precisa non è stata fatta ma in paese si parla di svariate decine di migliaia di euro. La tromba d’aria ha risparmiato il centro urbano. «Eravamo a caccia poco lontano dal paese e alle prime avvisaglie del maltempo abbiamo deciso di rientrare - ha raccontato Giovanni Piras, allevatore -. È stata una fortuna che non abbia investito il paese e che le persone fossero a casa o in chiesa in quel momento, sarebbe potuta andare molto peggio».

Maria Antonietta Cossu

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