La Nuova Sardegna

TERRALBA. L’auto lanciata contro il vicino di casa forse non era a tutta velocità. La ricostruzione fatta dal perito, alla cui audizione è stato condizionato il rito abbreviato, potrebbe portare a un esito diverso da quello sostenuto dal pubblico ministero Marco De Crescenzo. Quest’ultimo contesta all’imputato Marco Meloni, meccanico di 35 anni, il tentato omicidio del compaesano Fausto Colombu, muratore di 64 anni. A gennaio il primo tentò di investire il secondo indirizzandogli contro la sua auto. Dapprima lo colpì in retromarcia, quindi Fausto Colombu riuscì a salvarsi con una fuga precipitosa, riparandosi in un vicolo e quindi nello spazio tra un muro e il cancello della sua casa. A quel punto l’aggressore desistette, ma inevitabilmente poche ore più tardi si ritrovò di fronte le forze dell’ordine che lo stavano arrestando.

Tentato omicidio. Il reato contestato fu quello e per quello il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio che non è arrivato perché l’avvocato difensore Gianfranco Siuni ha chiesto che il processo venga celebrato col rito abbreviato proprio di fronte al giudice per le udienze preliminari Silvia Palmas. Sarà quest’ultima a dover valutare cosa realmente sia accaduto in via Ussedda, visto che il perito Francesco Paribello, nella sua relazione, ha avanzato più di qualche perplessità sul fatto che si potesse davvero arrivare all’esito più tragico. Intanto la velocità, poi gli spazi di manovra, il luogo e le modalità con cui si verificò l’inseguimento lascerebbero aperta la strada a una modifica del capo d’imputazione favorevole all’accusato.

Ma è una previsione impossibile da fare, perché altri elementi compongono il fascicolo del processo nel quale Fausto Colombu è parte civile assistito dall’avvocato Fabio Musilli. Si torna in aula per la discussione il 24 gennaio.

Enrico Carta