La Nuova Sardegna

Oristano

Emozione e lacrime: Giacomo Zichi è diventato diacono

di Francesco G. Pinna
Emozione e lacrime: Giacomo Zichi è diventato diacono

In Cattedrale l’ordinazione del ragazzo di Riola Sardo I ricordi: quando da bambino giocava a celebrare messa

09 dicembre 2016
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ORISTANO. Un parente molto stretto rivela un particolare: «Giacomo da bambino non faceva i giochi dei suoi coetanei: quello preferito da lui e dal fratello era fingere di celebrare una messa». Una predisposizione che poi è sfociata in una scelta di vita. Giacomo Zichi nel momento in cui è diventato diacono si è lasciato scappare qualche lacrima. La folla di amici, parenti e semplici fedeli che ha riempito la Cattedrale di Santa Maria ha risposto con un caloroso applauso. Quasi una serata da star per questo 24enne, studente modello alle scuole superiori e al Seminario teologico regionale di Cagliari, che ieri sera per la prima volta ha indossato la stola e la dalmatica.

Non gli hanno chiesto l’autografo al termine della cerimonia, ma di fotografie e di video con i telefonini gliene hanno fatto davvero tante ieri sera. Non c'è da stupirsi. L’ordinazione di un diacono, o di un sacerdote, ormai non è più cosa di tutti i giorni neanche a Oristano. Tantomeno per Riola.

«Quella che ha fatto Giacomo è una scelta coraggiosa, 50 anni fa quella di fare il sacerdote poteva essere una scelta anche di convenienza, oggi serve molto spirito di sacrificio» ha commentato il vicesindaco di Riola, Sandro Sanna, che ieri sera ha indossato la fascia tricolore per fare gli auguri a Giacomo e ai suoi genitori, Antonio e Giovanna Assunta. Lui agricoltore, lei casalinga. Il fratello maggiore, Salvatore, lavora al banco salumi di un supermercato e descrive Giacomo come «un fratello meraviglioso, ma anche un ragazzo solare sempre pronto ad aiutare tutti».

Anche a scuola. Liceo De Castro, corso E, primo della classe, diploma con 100 e lode. «Se qualcuno aveva bisogno di appunti o di qualche aiuto per studiare, lui c’era», ricorda un compagno di classe, Davide.

Che Giacomo volesse diventare sacerdote, il padre e la madre lo hanno saputo solo al terzo anno del Liceo classico. «Quando me l’ha detto ho anche provato a fargli cambiare idea, oggi sono contentissimo che non lo abbia fatto», ha ammesso il padre Antonio.

In realtà, Giacomo aveva già deciso due anni prima. Ma quando gli disse che voleva entrare in seminario il parroco di Riola, don Antioco Ledda, che lo conosce da quando aveva cinque anni, gli rispose che era meglio aspettare. Per la cronaca, la tesi del suo baccellierato in Teologia da 110 summa cum laude al Seminario teologico regionale era intitolata “Parrocchie in attesa di presbitero”.

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