La Nuova Sardegna

Oristano

In ginocchio l’industria della marijuana

di Enrico Carta
In ginocchio l’industria della marijuana

Il blitz dei carabinieri tra l’Alto Oristanese e il Nuorese: 165 chili sequestrati per un valore di un milione e 300mila euro

29 gennaio 2017
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ORISTANO. La Jamaica del Mediterraneo si alleggerisce di 165 chili di marijuana. Gli spacciatori perdono un milione e 300mila euro e il mercato dei consumatori dovrà fare a meno di una quantità di dosi tra le 120mila e le 160mila. I carabinieri della Compagnia di Ghilarza hanno così messo a segno uno dei principali colpi contro la connection locale della coltivazione a chilometro zero di cannabis. Il blitz iniziato prima dell’alba e finito dopo il tramonto di venerdì non porta per ora in carcere i proprietari dell’enorme produzione di stupefacente finita sotto sequestro, ma non passerà molto tempo prima che scattino le manette. Non è solo una sensazione, sono le parole del procuratore della Repubblica, Ezio Domenico Basso, a lasciar intendere che dietro l’operazione record di due giorni fa stia maturando il momento per far spalancare le porte del carcere per diverse persone.

Questione di tempo e non è certo poco quello che, in questi mesi, hanno trascorso i carabinieri impegnati in indagini lunghe e complesse. Intercettazioni, pedinamenti, filmati, arresti, denunce, semplici controlli a consumatori sono tutti tasselli di un mosaico molto complesso la cui ultima tessera è stata apposta proprio venerdì quando i militari della Compagnia, del Nucleo radiomobile e di diverse stazioni coordinati dal maggiore Alfonso Musumeci, dei Cacciatori di Sardegna di Abbasanta e dell’undicesimo Reparto volo di Elmas hanno centrato il bersaglio mettendo le mani sul più grosso quantitativo di marijuana mai sequestrato nel circondario della Procura di Oristano. Nonché uno dei maggiori se si sposta lo sguardo a livello regionale.

Terreni dell’Alto Oristanese, del Marghine e delle prime propaggini della Barbagia disegnano una scacchiera di coltivazioni che devono aver poi convogliato in una località ancora non rivelata per questioni legate all’indagine la gran parte della droga. L’alba di venerdì è iniziata con la perlustrazione di un terreno in campagna, dove un cane e la determinazione di uno dei carabinieri che lo stavano setacciando hanno portato ad individuare il primo punto “X” della mappa. Dentro un casolare nelle campagne di un paese del Nuorese, assieme alle balle di fieno, c’erano dei bidoni e dei sacchi di iuta. È bastato aprirli ed è saltato fuori il primo forziere. Un sequestro da dieci chili sembrava già un buon risultato, ma i militari non si sono fermati lì. In un altro casolare, in una zona non molto distante dalla prima, ci si è trovati davanti al tesoro degli spacciatori che conteneva 155 chili di marijuana. E così si è arrivati a quota 165 chili ai quali vanno aggiunti gli altri diciotto sequestrati il 4 settembre a Santu Lussurgiu nell’ambito delle stesse indagini. Il totale sfiora i due quintali e tutti, dal procuratore Ezio Domenico Basso al colonnello Luciano Paganuzzi, comandante della Comando provinciale di Oristano, al maggiore Alfonso Musumeci hanno sottolineato come l’intervento abbia permesso di assestare un colpo notevole al mercato dello stupefacente in quella che sta diventando la Jamaica del Mediterraneo.

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