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Oristano

botte a un anziano

Pau, ora spunta anche l’accusa di rapina

Pau, ora spunta anche l’accusa di rapina

PAU. Spogliato e legato affinché desse al suo compaesano i soldi che quest’ultimo chiedeva. L’accusa, inizialmente di estorsione, va al raddoppio e a carico di Davide Floris c’è ora anche quella di...

31 gennaio 2017
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PAU. Spogliato e legato affinché desse al suo compaesano i soldi che quest’ultimo chiedeva. L’accusa, inizialmente di estorsione, va al raddoppio e a carico di Davide Floris c’è ora anche quella di rapina. Circa un anno fa, secondo le accuse mosse dal pubblico ministero Marco Ulzega, sarebbe stato protagonista dell’aggressione di Salvatore Turnu, suo compaesano di 76 anni. Voleva dei soldi e così fece irruzione nella sua casa nel bel mezzo della notte. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Davide Floris (32 anni), il cui nome è legato all’omicidio di Nino Turnu che fu pestato a sangue perché aveva scoperto tre ladri nella sua casa e poi fu gettato in un pozzo quando ancora era vivo, si sarebbe macchiato anche del reato di rapina. La doppia imputazione è arrivata al termine del processo per estorsione quando era stata decisa una condanna a sei anni. Al termine di quel procedimento, lo stesso pubblico ministero aveva riformulato il capo d’imputazione attribuendo a Davide Floris anche il reato di rapina per aver utilizzato delle armi improprie nel momento in cui usava violenza nei confronti di Salvatore Turnu. Dalla casa, andò via con due coltelli a serramanico e soprattutto con 1.500 euro. È così che la sua situazione processuale si è aggravata.

Il 6 marzo, sarà nuovamente in aula, mentre ieri si doveva decidere se dichiarare decaduto il reato di danneggiamento, terzo capo d’imputazione che gli viene attribuito in questa vicenda. Tutto rimandato all’udienza già fissata di fronte al giudice Elisa Marras, durante la quale l’avvocato Pierluigi Montisci proverà a dimostrare che non fu Davide Floris l’autore della rapina. (e.c.)

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