La Nuova Sardegna

Oristano

IL COMMENTO. Oristano, cinque comitati al prezzo di uno: hanno ragione loro o Tendas?

Enrico Carta
Il pubblico in Provincia durante l'assemblea organizzata dai comitati
Il pubblico in Provincia durante l'assemblea organizzata dai comitati

Uno sguardo sulla protesta contro una serie di progetti portati avanti dall'amministrazione comunale

06 febbraio 2017
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ORISTANO. Condivisione. Chiesta, reclamata, urlata. Poi succede che il giorno in cui l’amministrazione comunale fissa l’incontro con i comitati che quella condivisione pretendevano, gli stessi comitati le sbattono la porta in faccia «perché ormai il tempo del dialogo e della condivisione è scaduto». In più, il giorno dopo convocano loro un incontro senza quell’interlocutore diventato bersaglio. Strano comportamento.

Senza scomodare il galateo, l’educazione o la maleducazione, viene da fare il paragone con quel tizio che ha passato tre anni a chiedere alla ragazza di cui è invaghito di concedergli un appuntamento e, quando l’irremovibile pulzella finalmente cede, l'innamorato le risponde: «E no, bella mia, adesso con te non esco più».

È successo esattamente questo nei giorni scorsi. Quando il sindaco Guido Tendas ha detto che era pronto ad ascoltare le proposte dei comitati – non sarebbe stata la prima volta in questi anni visto che di incontri e di discussioni ce ne sono stati più di uno – i comitati stessi gli hanno opposto un bel rifiuto.

Del resto ascoltare gli altri non significa poi sposarne le tesi e questo vale per entrambe le parti, ma con una differenza. E' sacrosanto che chi è stato eletto per prendere decisioni, debba esattamente fare questo anche a costo di perdere in popolarità o di ridurre a zero quella popolarità. Se ritiene di essere nel giusto e le istituzioni a loro volta elette votano con lui, è perfettamente legittimo che scelga e decida. È il "gioco" della democrazia.

Al di là di questo, alcune domande bisogna che un po’ tutti ce le poniamo partendo da una considerazione. I comitati rappresentano cinque istanze contrarie ad altrettanti progetti, i quali sono completamente avulsi l’uno dall’altro.

C’è chi chiede la rivitalizzazione del centro storico e non vuole la chiusura di una gran parte di esso alle auto; c’è chi si batte contro il progetto turistico immobiliare della Ivi a Torregrande; chi vorrebbe vedere sprofondare quello della strada (erroneamente chiamata un po' da tutti circonvallazione) che costeggia il quartiere di Sa Rodia; chi si oppone all’installazione di una centrale di produzione di energia elettrica col termodinamico a San Quirico; chi non vuole l’edilizia sociale in via Lepanto, zona che a breve sarà investita da lavori e da oltre 50milioni che quei lavori si porteranno dietro in un mega programma di riqualificazione urbana.

Chi decide è il politico e magari può anche essere in torto. Allo stesso tempo però viene da chiedersi che visione globale della città abbiano i comitati: cosa propongono per Torregrande, per San Quirico, per Oristano Est, per il centro storico, per sa Rodia? Per l'economia oristanese? Un no gratuito? Rappresentano davvero la maggioranza dei cittadini?

I cinque progetti porteranno alla città circa 80 milioni di euro. Sono soldi ai quali davvero gli oristanesi sono in grado di rinunciare? E poi, è così certo che nessuno, proprio nessuno, di questi progetti presenti aspetti positivi? Viene difficile, molto difficile, credere che sia davvero così.

 

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