IL COMMENTO. Oristano, cinque comitati al prezzo di uno: hanno ragione loro o Tendas?
Uno sguardo sulla protesta contro una serie di progetti portati avanti dall'amministrazione comunale
ORISTANO. Condivisione. Chiesta, reclamata, urlata. Poi succede che il giorno in cui l’amministrazione comunale fissa l’incontro con i comitati che quella condivisione pretendevano, gli stessi comitati le sbattono la porta in faccia «perché ormai il tempo del dialogo e della condivisione è scaduto». In più, il giorno dopo convocano loro un incontro senza quell’interlocutore diventato bersaglio. Strano comportamento.
Senza scomodare il galateo, l’educazione o la maleducazione, viene da fare il paragone con quel tizio che ha passato tre anni a chiedere alla ragazza di cui è invaghito di concedergli un appuntamento e, quando l’irremovibile pulzella finalmente cede, l'innamorato le risponde: «E no, bella mia, adesso con te non esco più».
È successo esattamente questo nei giorni scorsi. Quando il sindaco Guido Tendas ha detto che era pronto ad ascoltare le proposte dei comitati – non sarebbe stata la prima volta in questi anni visto che di incontri e di discussioni ce ne sono stati più di uno – i comitati stessi gli hanno opposto un bel rifiuto.
Del resto ascoltare gli altri non significa poi sposarne le tesi e questo vale per entrambe le parti, ma con una differenza. E' sacrosanto che chi è stato eletto per prendere decisioni, debba esattamente fare questo anche a costo di perdere in popolarità o di ridurre a zero quella popolarità. Se ritiene di essere nel giusto e le istituzioni a loro volta elette votano con lui, è perfettamente legittimo che scelga e decida. È il "gioco" della democrazia.Al di là di questo, alcune domande bisogna che un po’ tutti ce le poniamo partendo da una considerazione. I comitati rappresentano cinque istanze contrarie ad altrettanti progetti, i quali sono completamente avulsi l’uno dall’altro.
C’è chi chiede la rivitalizzazione del centro storico e non vuole la chiusura di una gran parte di esso alle auto; c’è chi si batte contro il progetto turistico immobiliare della Ivi a Torregrande; chi vorrebbe vedere sprofondare quello della strada (erroneamente chiamata un po' da tutti circonvallazione) che costeggia il quartiere di Sa Rodia; chi si oppone all’installazione di una centrale di produzione di energia elettrica col termodinamico a San Quirico; chi non vuole l’edilizia sociale in via Lepanto, zona che a breve sarà investita da lavori e da oltre 50milioni che quei lavori si porteranno dietro in un mega programma di riqualificazione urbana.
Chi decide è il politico e magari può anche essere in torto. Allo stesso tempo però viene da chiedersi che visione globale della città abbiano i comitati: cosa propongono per Torregrande, per San Quirico, per Oristano Est, per il centro storico, per sa Rodia? Per l'economia oristanese? Un no gratuito? Rappresentano davvero la maggioranza dei cittadini?
I cinque progetti porteranno alla città circa 80 milioni di euro. Sono soldi ai quali davvero gli oristanesi sono in grado di rinunciare? E poi, è così certo che nessuno, proprio nessuno, di questi progetti presenti aspetti positivi? Viene difficile, molto difficile, credere che sia davvero così.