La Nuova Sardegna

Oristano

Eccellenze all’estero, Emanuele Orgiu premiato a Bruxelles

di Ivana Fulghesu

Laconi, studioso coordina un progetto scientifico in Canada Per lui riconoscimento alla “Young Academy of Europe”

14 febbraio 2017
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LACONI. Da quasi dieci anni ha lasciato la Sardegna e il suo paese, ma rimane sempre in contatto con la sua terra, alla quale riserva il suo impegno e i suoi studi.

Il paese del Sarcidano segue con interesse ed orgoglio l'affermarsi, nel campo della ricerca scientifica di un suo giovane. Con un curriculum prestigioso, il suo è un nome che compare sempre più spesso nelle riviste scientifiche internazionali. Emanuele Orgiu, 38 anni, già studente del liceo classico di Laconi, laureato a Cagliari, ha lavorato presso l'Università di Strasburgo dal 2009 al 2016.

Ora è professore associato all'Institut National de la Recherche Scientifique di Montreal e lavora presso il Centro “Energie Matériaux Télécommunications”, le cui ricerche sono focalizzate sulla fisica della materia e le relative applicazioni al campo dell'energia, dei materiali e delle telecomunicazioni. «Sto costituendo il mio gruppo di ricerca – racconta – che si occuperà di studi fondamentali sull'abilità di conduzione elettrica di alcuni nuovi semiconduttori, sia a base di plastiche sia a base di materiali bi-dimensionali come il grafene e tanti altri». Nel suo percorso professionale, oltre alla responsabilità di dirigere un importante dipartimento di ricerca, spiccano altri riconoscimenti. Emanuele Orgiu è stato eletto, nel novembre scorso, membro della “Young Academy of Europe”, fondata nel 2012 a Bruxelles, che ha come fine quello di costituire una rete tra i migliori ricercatori europei o che lavorano in Europa. L'ammissione all'Accademia viene concessa annualmente solo a candidati con meno di 40 anni che abbiano una carriera scientifica internazionale, con pubblicazioni di rilievo nei maggiori giornali del proprio dominio di ricerca, e che siano stati coordinatori di un importante progetto europeo. «L'obiettivo generale – spiega il giovane scienziato – è quello di interrogarsi ed agire sulle maggiori istituzioni europee riguardo a temi quali la policy scientifica europea, gli scambi interdisciplinari, la comunicazione della scienza e, non ultimo, l'adozione di politiche scientifiche che favoriscano la presa di coscienza del cosiddetto “unconscious bias”, letteralmente “giudizio inconsapevole”, pregiudizio. Purtroppo l'uso di pregiudizio e discriminazione sono prodotti inevitabili quanto indesiderati che fanno parte della maniera in cui la mente umana si approccia alla conoscenza. La promozione della diversità a tutti suoi livelli è sicuramente uno strumento che può aiutare a combattere questo pesante aspetto che mina anche la comunità scientifica più alta che, come tutte le altre comunità, è formata da esseri umani».

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