La Nuova Sardegna

Oristano

Daspo al cavaliere che sferrò il pugno

di Simonetta Selloni
Daspo al cavaliere che sferrò il pugno

Cabitza è stato denunciato dalla polizia: rischia di stare lontano dalla giostra per tre anni. Il ferito subì lesioni gravi

10 marzo 2017
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ORISTANO. Decine e decine di testimoni. E d’altronde quel pugno che aveva mandato all’ospedale un ospite indesiderato e non invitato alla cena del dopo Sartiglia, martedì grasso, quel pugno, era stato sferrato davanti a tante, troppe persone. Ecco che quindi il nome di Piergiorgio Cabitza alla fine è saltato fuori, dalle indagini compiute dagli uomini della Squadra mobile della questura del capoluogo, che in un paio di giorni hanno dato concretezza a quanto, nell’ambiente legato alla Sartiglia, già si vociferava da subito. Cabitza, 52 anni, è stato denunciato per lesioni gravi nei confronti di un uomo di Gonnosnò di 55 anni (F.E.) che la sera del 28 febbraio si era presentato con altre tre persone in via Costa, nel luogo dove era in corso la tradizionale cena del dopo Sartiglia. Ora il cavaliere rischia che gli venga applicato una sorta di Daspo, il provvedimento che si utilizza per quei pseudo-tifosi facinorosi. Solo che per lui l’allontanamento, anziché da un campo di calcio, potrebbe essere dalla giostra equestre, e per un periodo molto lungo: tre anni.

Lo ha sottolineato il questore di Oristano, Giovanni Aliquò, nell’esporre l’esito delle indagini sul ferimento dell’uomo che ancora oggi si trova all’ospedale in gravi condizioni, per via di una emorragia cerebrale provocata dal pugno. Il questore, nel sottolineare la tempestività dei servizi degli agenti, non ha voluto rendere noto l’identità del cavaliere denunciato; ma il nome era già abbondantemente circolato in tutta la città, e d’altronde è difficile che un episodio che avviene davanti a decine di persone, peraltro a margine di una cena alla quale partecipano in 400, passi sotto silenzio. Quattrocento persone, quindi, tutte invitate. Anche i tre che erano con F.E. avevano il pass: lui no. Nella ricostruzione dei fatti, F.E. avrebbe voluto partecipare alla festa. Gli viene detto che non si può. Fuori dal locale inizia una discussione, i toni salgono. Dalle parole si passa ai fatti, e, così testimonieranno in tanti, Cabitza sferra un pugno a F.E. L’uomo viene trasportato all’ospedale San Martino, inizialmente gli vengono assegnati 30 giorni di cure e poi viene dimesso. La polizia inizia a indagare. Siamo al 28 febbraio, due giorni dopo il ferito torna all’ospedale: sta male, le analisi rivelano che ha una emorragia cerebrale. La prognosi è riservata, probabilmente dovrà essere operato.

Gli accertamenti proseguono, e i poliziotti, nel raccogliere le testimonianze di quanti quella sera erano presenti alla cena, arrivano all’individuazione del cavaliere. Che ora si trova con una denuncia e con la possibilità di restare ai margini della Sartiglia per lungo tempo.

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