La Nuova Sardegna

Oristano

Il saluto di Tendas: «Ho ascoltato tutti» 

di Enrico Carta
Il saluto di Tendas: «Ho ascoltato tutti» 

Il primo cittadino conclude il suo mandato tra un mese. Il rapporto con la città, le difficoltà con avversari e alleati

26 maggio 2017
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ORISTANO. Cinque anni fa era arrivato in piazza in bicicletta. Tra un mese Guido Tendas saprà chi sarà il suo successore.
Dopo sessanta mesi da sindaco sceglie ancora la bicicletta?
«Certo, abbiamo pedalato molto, qualche volta a vuoto. Di sicuro abbiamo pedalato sempre in salita».
Forse la bicicletta non è il mezzo adatto. Fuor di metafora, siete andati lentamente come si sente dire sovente?
«Abbiamo improntato la nostra amministrazione sul binomio ambiente e sviluppo e la bicicletta doveva esserne parte integrante. Purtroppo siamo arrivati nel momento sbagliato per acchiappare i finanziamenti europei, ma chi arriverà dopo di me si troverà già pronto il progetto di cui ci siamo fatti capofila e che coinvolge altri diciassette Comuni. Poi ci sono i progetti per le ciclabili che uniranno Torregrande a Tharros, Torangius a Silì e alla stessa Torregrande».
Bastano questi per dire che avete corso?
«Certamente non a tutta velocità e non ha senso nascondersi. Molte cose che avremmo voluto fare non le abbiamo fatte, ma possiamo anche passare molto tempo a raccontare cosa abbiamo fatto. Se devo fare un mea culpa, lo faccio sulle grandi opere dove però la parte politica ha fatto il suo dovere ed è stata invece frenata dal farraginoso meccanismo della burocrazia».
Il porticciolo è nelle stesse condizioni di cinque anni fa.
«Vero, ma ora possiamo far partire il dragaggio. Nel frattempo i 5 milioni di finanziamento sono ancora in cassa. Li lasciamo in eredità al pari di una lunga scia di lavori che hanno riguardato scuole e impianti sportivi. E a breve ci sarà l’inaugurazione della piscina. Restituiamo un impianto moderno, nonostante vari ricorsi ci abbiano bloccato a lungo. Ma avevamo ragione noi e infatti abbiamo vinto in tribunale».
Con i funzionari il rapporto non è stato sempre idilliaco, rifarebbe la scelta di confermare il dirigente ai Lavori pubblici?
«L’ho fatto con convinzione perché c’erano molte opere già in campo e la continuità ci pareva la soluzione migliore. L’utilizzo di risorse interne ci ha consentito di risparmiare sulla progettazione e sono rimasti più soldi per le opere, anche se è vero che questo ci ha fatto rallentare. In ogni caso, lasciamo strade e marciapiedi in condizioni migliori di come li avevamo trovati e ora parte l’ultima tranche per asfaltare alcune vie cruciali».
Vi siete insediati all’insegna della condivisione, finite il mandato criticati per la mancanza di ascolto delle istanze dei cittadini.
«Avevo promesso di incontrare i cittadini ogni primo venerdì del mese. Se moltiplichiamo i venerdì per cinque anni, avremmo dovuto fare sessanta assemblee pubbliche. Invito tutti a contare quante volte abbiamo fatto incontri pubblici: siamo ben oltre i sessanta perché ne abbiamo fatto in media tre al mese, fermo restando che la mia porta è rimasta sempre aperta a tutti».
Eppure vari comitati lamentano proprio il mancato ascolto della loro voce.
«Io ho ascoltato tutti. Se pensano che ascoltare voglia dire accogliere le loro richieste, si sbagliano. Sindaco, giunta e consiglio comunale rappresentano tutti i cittadini e non singoli gruppi. La circonvallazione e l’investimento turistico della Ivi a Torregrande sono stati votati dai consiglieri e ricordo che sull’ultima si è espresso a favore l’intero Consiglio. Accetto le contestazioni, ma non mi si dica che non ho incontrato i cittadini perché è una falsità».
Ci sono però altri aspetti delicati come l’impianto per la produzione di energia termodinamica a Tiria.
«Sono stanco di ripetere che il Comune non ha voce in capitolo. A valutare l’impatto ambientale è la Regione e se dice che è tutto in regola, non posso far altro che adattarmi perché la legge me lo impone. La compatibilità ambientale è stata data dalla Regione e la pratica è ferma solo perché l’assessorato all’Agricoltura ha chiesto ulteriori verifiche. Anche se avessi puntato i piedi è un argomento che va sopra la mia volontà. Comunque non mi piace la Oristano che dice sempre no alle imprese».
Si autopromuove nonostante le critiche?
«Abbiamo il finanziamento per Oristano Est: sono 17 milioni che da soli gestirà il Comune e assieme agli altri fondi a disposizione arrivano a 54 milioni. Io non ricordo qualcosa di questa portata in passato, non ricordo ci fossero la casa per i padri separati o il dormitorio per gli oristanesi senza casa. Non ricordo che il Plus, del quale siamo alla guida con 24 Comuni e 3 milioni, fosse attivo. Non ricordo che la differenziata fosse all’80% o che esistessero le case dell’acqua. Ricordo invece che la tassa sui rifiuti copriva il 60% del costo dell’appalto. Oggi è diminuita e copre il 100% del servizio».
E il teatro Garau e la torre di Mariano chiusi?
«È forse colpa del sindaco se, nel momento del suo insediamento, i tecnici hanno fatto una valutazione e li hanno dichiarati inagibili? Da novembre 2015 ci sono a disposizione i fondi per progettare le opere per rimettere in sicurezza il teatro Garau, ma ancora non è stato nominato il progettista. Su questo aspetto io non ho poteri».
Si è arricchito in questi cinque anni?
«Sì, è una ricchezza impagabile aver avuto questa possibilità di ciò sono riconoscente a tutta la città. Sbaglia chi ritiene che quello del sindaco sia un compito facile. Questi cinque anni mi hanno regalato la possibilità di venire a contatto con situazioni belle e purtroppo anche con situazioni umane tristi. Resta però grandissima la gioia per la presenza di chi ha continuato ad avere fiducia in me anche le volte in cui ho sbagliato, resta la gioia per gli amici che sono rimasti accanto anche quando ho dovuto dire di loro no, perché prima di tutto c’è la città e non i favori personali. Questi non appartengono a me e credo che nessuno possa contestarmi ciò».
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