La Nuova Sardegna

Oristano

Siccità, rivoluzione nei campi: niente acqua per 5 ore al giorno 

di Simonetta Selloni
Siccità, rivoluzione nei campi: niente acqua per 5 ore al giorno 

La turnazione studiata dal Consorzio di Bonifica dell’Oristanese ha preso il via dalla zona di Arborea Il commissario Andrea Abis: indispensabile la collaborazione di tutti gli utenti, scorte solo per due anni 

09 giugno 2017
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ORISTANO. Coltivare il proprio orticello senza curarsi del vicino non si può più. Ne stanno prendendo atto gli agricoltori dell’Oristanese che hanno aderito alla rivoluzione concettuale impostata dal Consorzio di Bonifica, per la gestione dei rischi derivanti dall’annata siccitosa, a una prima analisi la peggiore degli ultimi decenni. Questa rivoluzione ha un nome: turnazione. In sintesi, nel comprensorio sud di Arborea – da dove da lunedì scorso è partita la sperimentazione –, l’erogazione dell’acqua ai campi sarà sospesa per cinque ore al giorno. Sarà garantita dalla mezzanotte di lunedì fino alla mezzanotte di sabato, ad eccezione del periodo giornaliero di massima ventosità e soleggiamento compreso tra le 12.40 e le 17.40. In questo lasso di tempo gli impianti saranno spenti. Non saranno consumate né acqua né energia. Obiettivo: acqua per tutti, a quantità e pressione corrette.

Scorte per due anni. Questa rivoluzione ha un padre, il commissario del Consorzio, Andrea Abis. Ma si fonda necessariamente su una base di consenso tra gli utenti del Consorzio, che ne devono condividere principi e linee attuative. Altrimenti, non funziona. Parte da un assunto tecnico: se non dovesse piovere, le scorte della diga del Tirso garantiscono un’autonomia di appena due anni. L’invaso ha 370 milioni di metri cubi d’acqua, ogni anno l’agricoltura ne consuma 165 milioni. «Il periodo di regolazione della diga, unito alla traspirazione del lago, ci dice che la situazione è questa. Se non farà un inverno serio, in due, massimo tre anni entreremo nel codice di allerta arancione», dice Andrea Abis. Tradotto: vicini alla sete totale. Conseguenze: aprire la campagna irrigua 2018 con pesanti restrizioni. Indispensabile pensare ora per allora.

Si parte da Arborea. Programmare l’emergenza non era rinviabile, dal Consorzio si era già iniziato con l’irrigazione di soccorso. Ci sono voluti diversi – e vivaci – incontri con gli agricoltori e le associazioni di categoria. Introdurre il concetto di limitazione nell’utilizzo della risorsa idrica non è stato semplice. La decisione è stata avviare la turnazione nel comprensorio sud di Arborea ( il Consorzio è suddiviso in 32 distretti), il più strutturato e omogeneo sia dal punto di vista dei suoli (sabbiosi), che delle tubazioni, che delle coltivazioni, prevalentemente mais. Per adesso la turnazione coinvolge almeno trecento agricoltori, duecento dei quali con importanti aziende.

Modelli matematici. Il Consorzio ha avviato una scansione delle ultime tre estati per ricostruire le giornate più critiche dal punto di vista dell’irrigazione. Si è studiata la “evapotraspirazione” delle piante in funzione del loro stadio di sviluppo, per capire di quanta acqua abbiano bisogno in relazione a fattori quali temperatura, vento. Si è visto che i consumi maggiori si hanno al lunedì e martedì, poi di nuovo al venerdì e sabato. E si è elaborato il piano di interventi.

Partita a scacchi. La gestione di questa rivoluzione è una partita in cui i giocatori sono tre: il Consorzio di Bonifica, gli utenti e l’Enas che gestisce la condotta. Il sistema è in sé problematico: l’acqua percorre 50 chilometri, prima di arrivare ai campi, in un periodo di sei ore. Se si sbaglia nel trasferimento, sul quale incidono diverse variabili, si rischia persino di far finire l’acqua che arriva in scarico.

Collaborazione assoluta. La cifra umana è, in questo meccanismo, determinante. «Serve la collaborazione, tutti devono capire che si deve stare alle regole. Peraltro c’è un ritorno immediato: l’acqua si paga a consumo. Si consuma meno, si paga meno», dice Andrea Abis. C’è anche qualche margine di errore, ovvio: gli errori limitati non condizioneranno una condotta lineare costante. Ma dovranno essere, appunto, limitati. C’è un modo per gestire con intelligenza questa situazione, senza arrivare agli estremi degli anni ’95 e 2000, di siccità terrificante, con i consumi, a fine stagione, attestati a 80 milioni di metri cubi. Non si è a quel punto, non ci si deve arrivare.

Consiglio irriguo. Per estendere la sperimentazione alle altre aree ci vorrà del tempo. Intanto il Consorzio spera di introdurre sms personalizzati per gli agricoltori nei quali inviare consigli sulle modalità irrigue, i tempi. Un passo da studiare con Laore e l’Univerisità. Una cosa è certa: il nuovo corso è tracciato e non si torna indietro. Tutti dovranno rispettare i turni. È una rivoluzione mentale, non sarà facile. D’ora in avanti l’orticello andrà coltivato guardano anche il campo dell’altro.

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