La Nuova Sardegna

Oristano

Cabras, emergenza volatili 

Cabras, emergenza volatili 

Cornacchie e gabbiani provocano danni ingenti nei campi. La rabbia del sindaco

30 giugno 2017
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CABRAS. Cornacchie, gabbiani e cinghiali, affamati e assetati, calano indisturbati sulle coltivazioni agricole e cerealicole del Sinis, provocando danni gravissimi ai produttori, che vedono diminuire drasticamente il quantitativo dei loro raccolti. Gran parte dei campi coltivati a meloni e angurie, ma anche i frutteti sembrano essere stati attraversati da un mezzo meccanico e il prodotto appare in larga parte maciullato, irrecuperabile, quindi invendibile. Stesso discorso per le altre coltivazioni: campi di grano e orzo devastati dai cinghiali, che li utilizzano anche come dormitorio. Il problema ormai si ripresenta puntualmente da diversi anni e finora nessuno pare voglia intervenire seriamente per risolverlo, lasciando inascoltato il grido che arriva dai produttori, i quali, oltre a perdere buona parte del raccolto, subiscono anche un notevole danno economico. Qualche giorno fa il sindaco Cristiano Carrus e il Consigliere Gianni Meli, accompagnati da due operatori di Cabras, hanno incontrato l’assessore Regionale all’agricoltura Pierluigi Caria, al quale hanno rimarcato, ancora una volta, le innumerevoli difficoltà che tantissimi agricoltori cabraresi stanno vivendo in questo periodo a causa degli ingenti danni causati dalla presenza sempre più numerosa di cornacchie, gabbiani e cinghiali. Durante l’incontro i due amministratori hanno illustrato una situazione che ha già compromesso circa il 20 per cento delle coltivazioni e, che, se la situazione dovesse perdurare, rischierebbe di compromettere l’intero raccolto. «È necessario trovare una possibile e immediata soluzione – hanno dichiarato Carrus e Meli – non solo per risarcire chi ha subito danni gravissimi ma anche per contrastare in futuro la devastazione che cornacchie, gabbiani e cinghiali compiono ogni anno alle coltivazioni». Contro la cornacchia grigia (divenuta ormai stanziale), vero e proprio flagello per i campi di meloni, angurie e frutta in genere, pare non esserci rimedio. Il voracissimo volatile infatti nelle nostre campagne non ha un antagonista, quindi è libero di agire indisturbato. Quando ha sete, non esita a calarsi sopra le manichette e a forare i tubi di irrigazione con il becco, o, nello stesso modo, a squarciare i teli che coprono le serre. (p.m.)

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