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Oristano

Incentivi e sgravi fiscali per lo sviluppo

Incentivi e sgravi fiscali per lo sviluppo

Sul tavolo le ipotesi di zona franca e zona economica speciale. Il parere dell’ex presidente del Consorzio, Antonio Ladu

15 luglio 2017
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ORISTANO. Zona franca non interclusa o Zona economica speciale? Non è un tecnicismo per addetti ai lavori, ma la prospettiva di una scelta che potrà avere conseguenze sui cittadini oristanesi e soprattutto sulle imprese.

Il confronto tra Regione e Comuni sede di porto ha sollevato un dilemma la cui risoluzione sembra decisiva per il futuro economico delle aree vicine. Anche Santa Giusta, come Olbia, Tortolì e Porto Torres, ha detto “no” alla Zona franca, puntando tutto zolla Zes. Ma secondo l’ex presidente del Consorzio industriale e del Patto territoriale, Antonio Ladu queste amministrazioni stanno commettendo un errore.

Nei giorni scorsi i rappresentanti dei quattro Comuni sono stati convocati dalla presidenza della Giunta regionale: «L’ordine del giorno dell’incontro era quello di fare il punto sull’attivazione delle Zone Franche in Sardegna, dopo l’entrata in vigore, il 1° maggio 2016, del nuovo Codice doganale Europeo che non consente più l’attivazione a cura degli Stati membri di nuove zone franche non intercluse, come invece avevano deliberato i quattro consigli comunali».

Come ha ufficializzato una nota del sindaco di Santa Giusta, Antonello Figus, tutti i presenti all’incontro hanno confermato la volontà di non voler procedere all’istituzione di zone franche doganali intercluse e di essere invece interessati all’attivazione di una Zona Economica speciale, ritenendola lo strumento di incentivazione economica più moderno e più attuale.

«Su questa posizione - dice Ladu - mi sento in dovere di esprimere delle valutazioni negative per ragioni formali e sostanziali. I sindaci hanno affossato l’art. 12 dello Statuto e il DPR 78/98 senza che vi sia stata una valutazione più ampia della loro semplice opinione».

L’ex presidente del Consorzio industriale passa poi a esaminare la questione dal punto di vista sostanziale: «la zona franca doganale non impedisce il ricorso ad altri istituti di fiscalità di vantaggio come appunto le zone economiche speciali e la zona franca urbana, tanto è vero che Cagliari si è ben guardata dal rinunciare alla zona franca doganale e dal richiedere gli investimenti necessari per raggiungere questo obiettivo».

Inoltre i sindaci dei quattro comuni avrebbero rinunciato «ad un diritto statutario senza avere nulla in cambio. Sulla base di quale fondamento giuridico e politico ritengono, infatti, che in Sardegna possono essere istituite sei zone economiche speciali?».

Ladu ricorda i requisiti previsti dalla legge per l’istituzione delle Zes: devono avere almeno un’area portuale collegata alla rete trans europea dei trasporti; possono essere presentate dalle regioni in ritardo di sviluppo e in transizione. Poiché la Sardegna è una regione in transizione, sarà la Regione a presentare le proposte e quindi non ha senso la richiesta di inserire, in sede di conversione del Decreto legge, l’istituzione delle sei Zes perché il decreto legge demanda questo compito alle regioni».

Le Zone economiche speciali saranno gestite da un Comitato d’indirizzo composto dal presidente dell’Autorità portuale, da un rappresentante della Regione, da uno della presidenza del Consiglio dei Ministri e da uno del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. «Non sono previsti compensi per gli amministratori, né risorse aggiuntive per tutti i compiti amministrativi - ricorda Ladu - e non ci saranno risorse aggiuntive statali rispetto ai d 25 milioni nel 2018, 25 milioni nel 2019, 150 milioni nel 2020, perché il Decreto prevede che il finanziamento della Zes avvenga attraverso la corrispondente riduzione del Fondo di Sviluppo e Coesione destinato alle regioni che propongono l’istituzione delle Zes».

Quindi quale soluzione sarebbe giusto perseguire? «Qualcuno potrebbe pensare che avanzo queste osservazioni perché sono contrario alla zona franca - conclude Ladu -; è proprio il contrario. Penso che ai grandi sogni andati in fumo, sia meglio sostituire obiettivi più concreti e raggiungibili».

©RIPRODUZIONE RISERVATA.
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