La Nuova Sardegna

Oristano

Il fuoco minaccia San Vero, orti distrutti

di Simonetta Selloni
Il fuoco minaccia San Vero, orti distrutti

Le fiamme si sono avvicinate alle case e all’edificio scolastico, difficili le operazioni di spegnimento nei campi

18 luglio 2017
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SAN VERO MILIS. Il fuoco ha camminato velocemente tra agrumeti, orti, si è insinuato tra i tanti piccoli appezzamenti di terreno che i sanveresi coltivano con quella sacra cura che si mette nelle cose appartenute alla famiglia e tramandate da generazioni. Molti di questi piccoli proprietari – e tra di loro il nuovo sindaco di Oristano Andrea Lutzu – erano lì ieri, in un pomeriggi di fuoco. Attoniti, con le mani nude e gli occhi umidi a guardare quello che il fuoco andava distruggendo. In tre-quattro ore, le fiamme partite da almeno due punti diversi, uno addirittura dentro l’edificio scolastico, l’altro la strada che costeggia il Museo, la circonvallazione che poi conduce a Tramatza, hanno fatto piazza pulita dei sacrifici in qualche caso centenari, hanno annerito piante che hanno sempre fatto di San Vero una sorta di grande giardino; ad aiutarle il vento, ma anche i canneti che dividono le proprietà e si sono rivelati una vera e propria cinghia di trasmissione per il fuoco. Sgomento per quel patrimonio anche affettivo che in gran parte è andato perduto, ma anche terrore, perchè vicino ai campi ci sono aziende, case.

«Abbiamo fatto andare via gli impiegati che stavano lavorando a scuola, abbiamo avuto paura perché in un’azienda vicino al punto in cui stavano dirigendosi le fiamme c’era un bambino che giocava. Siamo riusciti ad allontanarlo in tempo», raccontava il sindaco di San Vero, Luigi Tedeschi. Era lì con i suoi concittadini, mentre l’imponente apparato antincendi lavorava per cercare di bloccare il rogo che serpeggiava tra le campagne e gli orti. Tre gli elicotteri del Corpo forestale impiegati, a terra tre squadre dei Vigili del fuoco di Oristano e una di Ghilarza, in più anche un Punto di controllo avanzato dei pompieri, praticamente una centrale operativa mobile che viene impiegata in situazioni di particolare rischio anche per l’incolumità delle persone. Poi operai di Forestas, barracelli, i proprietari dei terreni.

Una battaglia impari, come tutte quelle che si stanno dipanando nell’isola, questi giorni di caldo devastante e forte vento. E mani criminali. L’incendio di San Vero si è sviluppato in quello che può essere definito un reticolo di campi, separati da carrarecce dove a mala pena passa una macchina. E infatti i mezzi a terra hanno avuto enormi difficoltà a operare, più agevole il lavoro degli elicotteri di Fenosu, Santa Maria e Sorgono che dal Centro operativo provinciale della Forestale sono stati lasciati ad operare fino all’imbrunire, per evitare la ripresa dei focolai.

Quel che si è salvato, è grazie all’intervento coordinati delle forze antincendio e al fatto che molti orti fossero irrigati di fresco. «Ero qui ieri sera, il terreno è fresato, c’è l’erbetta, ma molte piante sono distrutte», commentava il sindaco di Oristano Andrea Lutzu. Oggi con calma i sanveresi faranno la conta dei danni inferta alla terra e agli affetti.

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