La Nuova Sardegna

Oristano

L’avamposto di chi ancora crede nei diritti

ORISTANO. Di questi tempi parlare di diritti umani può apparire impopolare e fuori moda: ecco perché va riconosciuto il coraggio e la coerenza del Centro servizi culturali che, anche quest’anno, nel...

06 agosto 2017
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ORISTANO. Di questi tempi parlare di diritti umani può apparire impopolare e fuori moda: ecco perché va riconosciuto il coraggio e la coerenza del Centro servizi culturali che, anche quest’anno, nel mese di luglio, ha riproposto un ciclo di iniziative sul tema: «Il giardino del Centro - spiega una nota si è trasformato in un porto, un porto in cui sono attraccate piccole barche con tante rose che hanno portato storie di Diritti dispersi di donne, uomini, bambine e bambini».

Perché parlare di diritti umani per 10 appuntamenti in notturna e per 2 attività rivolte ai bambini? «Il principio fondamentale dei diritti umani è il rispetto nei confronti di ogni singolo individuo. Sono diritti universali e si basano sul concetto che ogni persona è un essere morale e razionale che merita di essere trattato con dignità. Sono diritti che appartengono a tutti gli esseri umani, indipendentemente dal colore della pelle, dal sesso, dalla lingua, dalla religione, dall'opinione politica, dal luogo di origine, dalla condizione sociale o da altre situazioni».

Concetti che l’egoismo e la rabbia di questa epocasempre più buia stanno facendo dimenticare: «Guardandoci attorno - prosegue la nota del Centro - notiamo che per molte donne, bambini, uomini non è proprio così. Per tanti, troppi cittadini di questo mondo, non esiste alcun diritto e talvolta il “far valere un mio diritto” vuol dire calpestare o ignorare i diritti di tante altre persone».

A parlare di diritti dispersi sono stati Giulio Cederna, Jessica Cugini, Pio d'Emilia, Giovanni Impastato, Luisa Madau, Andrea Paco Mariani, Silvestro Montanaro, Leonardo Palmisano, gli studenti delle classi 1A e1C del Liceo Classico De Castro di Oristano e del CPIA 4 di Oristano.



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