La Nuova Sardegna

Oristano

Cna: nelle fiere la vera Sardegna

Cna: nelle fiere la vera Sardegna

Appello a visitare le rassegne di Mogoro e Samugheo: «Lì non si vende paccottiglia»

18 agosto 2017
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ORISTANO. Le mostre mercato dell’artigianato artistico, tipico e tradizionale di Mogoro e Samugheo sono un biglietto da visita per far conoscere il patrimonio dell’artigianato artistico sardo e dai dai vertici dell’Unione Cna Artistico e Tradizionale della Sardegna arriva un appello a visitare e promuovere le due iniziative aperte sino al 3 settembre che rappresentano il meglio delle produzioni isolane del settore.

Giunta alla 56esima edizione, la Fiera dell’artigianato di Mogoro ospita le produzioni di una novantina di artigiani dell’oreficeria, dei tessuti, del ricamo, della lavorazione del legno e dei metalli non preziosi, della coltelleria, della pelle, della ceramica, del vetro, della cestineria e molto altro ancora.

Tessingiu, che compie invece 50 anni, si presenta quest’anno in una nuova veste nel suggestivo scenario della ex cantina sociale, un autentico gioiello di archeologia industriale sapientemente allestito solo con supporti e arredi realizzati per l’occasione da artigiani di Samugheo.

Diverse nella rappresentazione, entrambe le iniziative mostrano l’artigianato isolano autentico. Entrambe hanno introdotto anche l’alimentare, nella convinzione che enogastronomia e tradizione artistica si possano sposare perfettamente e possano valorizzarsi a vicenda avendo la Sardegna come comune denominatore di garanzia e qualità.

«A Mogoro e Samugheo i visitatori possono ammirare e acquistare oggetti realmente realizzati nell’Isola», commenta il presidente dell’Unione CNA Artistico e Tradizionale Peppino Mele. «I turisti non hanno solo l’occasione di calarsi per qualche ora in un ambiente che trasmette identità, storia e cultura, ma hanno la garanzia, se decidono di fare degli acquisti, di portarsi a casa manufatti realizzati nella nostra regione, dove l’estro, la creatività e l’impegno dei nostri maestri artigiani, si mostrano nella loro più alta espressione». Il riferimento diretto di Mele è ai prodotti solo in apparenza “made in Sardinia” che vengono spacciati per autentici nelle più note località turistiche isolane. «Così si genera un danno all’acquirente e all’economia regionale e allo stesso tempo si fa credere che questa paccottiglia sia di provenienza locale; e invece l’artigianato nostrano è soprattutto qualità e pregio».

«Le fiere di Mogoro e Samugheo sono ottime vetrine per intercettare i flussi turistici più sensibili alle produzioni d’eccellenza», aggiunge Maria Antonietta Dessi, responsabile regionale dell’Unione. «Queste produzioni considerato il valore, si rivolgono ad un mercato in grado di remunerare l’impegno e la competenza del maestro che l’ha realizzato. L’artigianato sardo – spiega ancora Dessi – deve però nel contempo trovare una collocazione nuova nelle nostre case e nei nostri ambienti. Non si tratta solo di oggetti utili all’abbellimento degli spazi. Molte produzioni hanno infatti una loro utilità concreta. Sono bellissimi da vedere ma anche pratici nell’utilizzo al pari di molti utensili di fattura industriale. Al contrario di questi ultimi sono però oggetti unici».

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