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Campagne abbandonate ideali per gli incendiari

Campagne abbandonate ideali per gli incendiari

MODOLO. Dagli improperi più disparati, ai detti in sardo “tranchant,” in molti a Modolo (e non solo) sono evidentemente convinti che dietro l’incendio che ha distrutto macchia mediterranea, frutteti...

24 agosto 2017
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MODOLO. Dagli improperi più disparati, ai detti in sardo “tranchant,” in molti a Modolo (e non solo) sono evidentemente convinti che dietro l’incendio che ha distrutto macchia mediterranea, frutteti e vigne nella notte infernale tra il 21 e 22 agosto ci sia la mano dell’uomo.

Di sicuro ne è convinto il sindaco del paese Omar Hassan, che in un post sulla sua pagina social dichiara di voler presentare una denuncia alle autorità competenti, per ora contro ignoti. Sul versante istituzionale il primo cittadino di Flussio Nino Todaro vuole coinvolgere gli amministratori di Magomadas, Modolo, Tinnura e Suni in un incontro che dovrebbe gettare le basi per precise richieste alla Regione.

«Li ho sentiti e sono tutti d’accordo», annuncia il primo cittadino di Flussio.

Al di là di responsabilità che chi di competenza dovrà eventualmente accertare, che nelle campagne tra l’altopiano della Planargia e la valle sul rio Turas qualche problema esista è un fatto acclarato da tempo, e più volte sollevato anche in passato dagli amministratori. Profondamente legata economicamente ai frutti della terra, la Planargia vantava piccoli ma significativi gioiellini nella produzione olearia, frutticola e vitivinicola.

Molti terreni però, dagli anni settanta in poi, sono stati abbandonati, perché non poca giovanile forza lavoro ha cercato e trovato futuro altrove, e chi è rimasto oggi ha un’età spesso molto avanzata.

Con la conseguenza che tanti terreni sono ormai incolti, mentre la vegetazione cresce e le vie di comunicazione rurali, tratturi o semplici ma utili sentieri, vengono invasi dalla vegetazione, quando pure esistono.

Così accade in alcuni tratti dei diversi paesi della Planargia che si affacciano su una valle di Modolo, ad esempio. Questa presenta tratti scoscesi, spesso irraggiungibili con i mezzi dell’antincendio, e dove col buio non possono intervenire le scrosciate d’acqua lanciate da elicotteri o canadair, si deduce dall’esperienza della scorsa notte.

Insomma una sorta di “bomba a orologeria,” nel caso in cui, per eventi naturali o per mano umana, dovessero levarsi le fiamme. Una soluzione, secondo gli amministratori ci sarebbe, senza grandi spese e con pochi e mirati interventi di viabilità rurale.

«La zona tra Flussio e Modolo ha dei vincoli su cui la Regione dovrebbe concedere deroghe, per intervenire con la realizzazione di strade rurali che possano permettere l’accesso ai mezzi antincendio a tutte le ore» in sintesi il pensiero di Nino Todaro, rivolto alle azioni di prevenzione. Da condividere con i colleghi del territorio, per convincere al più presto la Regione. (al.fa.)

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