La Nuova Sardegna

Oristano

La Planargia chiede aiuto per prevenire gli incendi

di Alessandro Farina
La Planargia chiede aiuto per prevenire gli incendi

Dopo il rogo di qualche giorno fa strategia comune di diversi sindaci Suni, Tinnura, Flussio e Magomadas lanciano un appello per le strade rurali

02 settembre 2017
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SUNI. La Planargia chiede aiuto alla Regione. Dopo l’ennesimo incendio che ha interessato le campagne che si affacciano da Suni, Tinnura, Flussio e Magomadas sulla vallata del rio Turas e di Modolo, i sindaci dei centri dell’altopiano della Planargia si sono incontrati per un sopralluogo nel belvedere di Flussio, teso a fare il punto della situazione e ad elaborare possibili celeri strategie di difesa per le popolazioni. Per tutti il nodo da risolvere al più presto è quello della viabilità rurale, in una zona spesso percorsa solo da sentieri dove è impossibile passare alle volte anche solo a piedi, considerato l’avanzare della vegetazione.

Aree precluse al passaggio dei mezzi antincendio, autobotti o campagnole, quindi, dove è stato comunque necessario operare senza l’ausilio di mezzi aerei perché gli ultimi roghi si sono verificati di notte. Questo il nodo da sciogliere al più presto, alla luce degli episodi d’agosto: prima nel territorio tra Tinnura, Flussio, Magomadas e Modolo e poi qualche notte fa alla periferia ovest di Suni e verso le campagne di Modolo. Dove solo grazie all’intervento tempestivo a terra degli uomini di vigili del fuoco, Forestas e barracelli, con mobilitata anche la Croce Rossa di Bosa per la protezione civile, si è riusciti a scongiurare l’evacuazione di alcune abitazioni.

«Nella riunione, insieme ai colleghi di Suni Demetrio Cherchi, Modolo Omar Hassan e Tinnura Piero Fadda, abbiamo valutato lo scampato pericolo e l’entità dei danni: sia grazie alle mappe satellitari che all’osservazione diretta», spiega il primo cittadino di Flussio Nino Todaro.

«Dalla riunione, su questo siamo tutti d’accordo, è emersa la necessità di chiedere alla Regione i finanziamenti necessari a costruire strade di accesso alle zone più impervie e spesso abbandonate dagli agricoltori. Anche perché un tempo in molti terreni ci si arrivava con muli o cavalli, oggi non più utilizzati perché sostituiti dai mezzi meccanici, che però non possono certo attraversare sentieri o tratturi».

L’idea quindi è di coinvolgere gli amministratori regionali in un ragionamento a stretto giro di posta, magari invitando gli assessori competenti ad un incontro in Planargia per rendersi conto di persona della situazione. E prospettare una strategia che, oltre al piano della prevenzione degli incendi, preveda la messa in sicurezza di un territorio ancora ricco di biodiversità.

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