La Nuova Sardegna

Oristano

Contachilometri taroccati sequestrata rivendita di auto

di Enrico Carta
Contachilometri taroccati sequestrata rivendita di auto

Sigilli alla concessionaria Tonio Orrù Auto di Mogoro, bloccate vetture per un valore di un milione Ai clienti veicoli con decine di migliaia di chilometri in più rispetto a quelli che invece risultavano

08 settembre 2017
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MOGORO. Specialista nella vendita di fuoristrada. Per i carabinieri anche specialista nel taroccare i contachilometri delle auto di seconda mano vendute a clienti ignari. Una dietro l’altra le vetture sarebbero uscite dalla concessionaria di Tonio Orrù a Mogoro, nome assai conosciuto in tutta la provincia per la sua fervente attività e i prezzi decisamente concorrenziali. Il problema è che dietro tutto questo lavorio ci sarebbe stato il trucco che ha portato la procura all’individuazione di ciò che si ritiene sia una truffa, naturalmente ancora presunta, da circa un milione di euro.

Lo stratagemma che il rivenditore avrebbe utilizzato appare semplice: acquistava auto con un determinato chilometraggio che poi veniva rivisto verso il basso prima della vendita al nuovo acquirente che così comprava una vettura credendo di aver fatto un affare. Il problema è appunto che il contachilometri sarebbe stato truccato e non a vantaggio del cliente anche con scarti valutati durante le indagini in diverse decine di migliaia di chilometri. Addirittura oltre i 100mila.

Così ieri non è sfuggito certo ai mogoresi che passavano dalle parti della concessionaria che qualcosa non andasse per il verso giusto. Sin dalla mattina hanno notato insolite presenze. Erano gli uomini dell’Arma impegnati a mettere i sigilli all’attività. Qualche ora dopo i curiosi hanno visto quel cartello su cui era scritto che un provvedimento del giudice per le indagini preliminari aveva fatto seguito alla richiesta di sequestro preventivo per un valore di circa un milione di euro formulata dal pubblico ministero.

Da ieri quindi le serrande nella concessionaria Tonio Orrù Auto sono momentaneamente abbassate. L’attività si è dovuta fermare in seguito al provvedimento arrivato al termine di un’indagine portata avanti da alcune caserme della Compagnia di Oristano. Dentro quei cinquecento metri quadri c’è una cinquantina di vetture pronte per essere vendute, ma che ora diventano oggetto del sequestro preventivo, in modo da costituire un capitale per risarcire quegli automobilisti eventualmente danneggiati.

Ovviamente la conclusione dell’indagine è ben lontana dall’essere una sentenza di condanna. Per prima cosa l’indagato avrà la possibilità di ribattere alle accuse nei venti giorni concessi tra l’avviso di fine indagine e la possibilità che il pubblico ministero richieda il rinvio a giudizio. A suffragare l’inchiesta c’è una serie di riscontri sulle auto indicati anche nell’ordinanza che ha portato al sequestro preventivo del parco macchine. Vi sono indicati i casi sui quali si sono concentrati gli inquirenti in questi mesi di indagini in giro per tutta la provincia.

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