La Nuova Sardegna

Oristano

Calunnie social a sfondo sessuale al sindaco: il “corvo” era il parroco

di Michela Cuccu
Andrea Santucci, sindaco di Marrubiu, e il parroco don Antonello Cattide
Andrea Santucci, sindaco di Marrubiu, e il parroco don Antonello Cattide

Marrubiu, per le offese via whatsapp indagini a tempo di record: denunciato don Antonello Cattide, il 26 patteggerà. Imbarazzo in Curia

15 settembre 2017
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MARRUBIU. Il “corvo” era il parroco. L'autore del post anonimo diffuso lo scorso luglio su whatsapp, contenente una serie di ingiurie a sfondo sessuale nei confronti del sindaco Andrea Santucciu e di alcuni assessori di Marrubiu, è stato scoperto in tempi record dagli agenti della Polizia postale, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Oristano.

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L'inchiesta, avviata a seguito della presentazione da parte degli amministratori comunali di una querela contro ignoti, si è chiusa con un unico indagato: don Antonello Cattide, parroco di Marrubiu. Il sacerdote, assistito dall'avvocato di fiducia, Gianluca Mugheddu, ha già chiesto e ottenuto di essere giudicato con il patteggiamento per diffamazione aggravata. L’udienza è già fissata per il 26 settembre e il rito alternativo gli permetterà di concludere la vicenda in camera di consiglio, dunque a porte chiuse, senza il rischio di una sgradevole pubblicità, inevitabile nel caso di un processo pubblico. Quasi tutte le persone offese, il sindaco Samticcoi e tre assessori (assistiti dagli avvocati Anna Maria Uras, Monica Masia, Gesuino Loi e Adriano Sollai) hanno già annunciato l'intenzione di costituirsi parte civile.

Fin qua l'aspetto legale di una vicenda che all'inizio dell'estate ebbe una risonanza che andò oltre i confini di Marrubiu, proprio per la modalità, la diffusione attraverso un social, degli insulti rivolti non solo agli amministratori, ma anche ai loro familiari e persino ad un'altra persona che non è neppure del paese. Il sindaco, Andrea Santucciu, che ieri non ha voluto commentare l'accaduto, affidando al suo legale, l'avvocata Anna Maria Uras il compito di spiegare come «la vicenda è slegata da qualsiasi contesto amministrativo: si tratta di insulti puramente gratuiti, pluri offensivi e calunniosi», a sfondo sessuale, non si era lasciato intimidire. Anzi, aveva reso subito nota la vicenda, usando a sua volta i social: «Intendo condannare apertamente la condotta brutale, vile, oltraggiosa e volgare espressa nel contenuto della lettera che da giorni circola a firma di un fantomatico Antioco Caboni. Non intendo tollerare offese, sopratutto quando gli autori sono vigliacchi e meschini», aveva scritto in un post sul suo profilo Facebook. Una denuncia che inevitabilmente scatenò una immediata catena di solidarietà con attestati e messaggi arrivati al primo cittadino di Marrubiu da centinaia di persone.

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