La Nuova Sardegna

Oristano

Lettere al veleno, la Curia tace

di Michela Cuccu
Lettere al veleno, la Curia tace

Marrubiu, l’arcivescovo sceglie il silenzio sulle offese del parroco al sindaco

16 settembre 2017
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MARRUBIU. Monsignor Ignazio Sanna preferisce il silenzio. Attraverso il suo segretario, don Diego Tendas, l’arcivescovo ha fatto sapere di non voler commentare la notizia che il parroco di Marrubiu, don Antonello Cattide, è l’autore del messaggio diffuso sui social contenente insulti a sfondo sessuale, rivolti al sindaco Andrea Santucciu. È il segno evidente di un forte e comprensibile imbarazzo piombato sulla Curia, che preferisce non aggiungere altro a quanto già è stato detto. Un clima, quello di piazza Duomo a Oristano, non diverso da quello che si respirava ieri mattina a Marrubiu, dov’era evidente ci fosse poca voglia di commentare la vicenda. Tutti in paese sapevano e conoscevano i contenuti del post anonimo zeppo di insulti e allusioni a sfondo sessuale che era girato sui telefonini non solo di Marrubiu. Ora che questa vicenda che si concluderà in tribunale il 26 settembre con unico imputato don Antonello Cattide, accusato di calunnia aggravata, ha ottenuto ufficialità, diventando notizia, l’imbarazzo è molto più che palpabile. Ieri mattina nelle edicole del paese, i quotidiani locali sono andati a ruba. Gli abitanti di Marrubiu hanno letto, sicuramente hanno discusso fra loro, ma non con estranei. Più che comprensibile, la difficoltà generale di parlarne di fronte a una giornalista che ha in mano penna e taccuino: nelle realtà di piccole dimensioni, come questo centro del Terralbese, dove tutti si conoscono e si chiamano per nome e dove sindaco e parroco sono i punti di riferimento cardine della comunità, una storia che diventa grave proprio perché approdata in Tribunale, va comunque “protetta”, magari ostentando stupore. Oppure prendendosela con i giornalisti «che non sempre scrivono la verità – dice Luca, 31 anni, disoccupato –. Se c’è un processo saranno i giudici a stabilire se esiste un colpevole e se va condannato. Mi sembra davvero difficile credere che il nostro parroco, sempre corretto e disponibile con tutti, possa aver fatto una cosa simile».

Efisio, emigrato in Germania da oltre quarant’anni in paese torna ogni estate per le ferie. Si dice sorpreso: «Comunque finirà questa vicenda, per noi don Antonello resterà sempre don Antonello». Tutti innocentisti? Difficile crederci se è vero che di mattina quando il sindaco, Andrea Santucciu, obbiettivo assieme ad alcuni assessori delle calunnie diffuse su wathsapp, è uscito di casa per recarsi in Comune, è stato accolto dalla solidarietà dei compaesani, che «lo hanno fermato per strada, gli hanno stretto la mano e incoraggiato ad andare avanti.

Poco più in la, una donna con le buste della spesa fa cenno di non voler parlare: «Si è detto troppo, ora serve un po’ di calma per farci riprendere da questa storia e rincominciare».

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