La Nuova Sardegna

Oristano

Mar’e Foghe, sparito il giacinto d’acqua che infestava il fiume

di Pietro Marongiu
Mar’e Foghe, sparito il giacinto d’acqua che infestava il fiume

Riola Sardo, il problema dell’invasione sembra risolto L’ex sindaco Zoncu: merito del ripristino della giusta salinità

17 settembre 2017
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RIOLA SARDO. Il giacinto d’acqua (Eichhornia crassipes: inserita nell’elenco delle 100 specie più dannose del mondo) che stava soffocando il fiume e che sembrava impossibile da estirpare, per quest’anno, almeno fino ad ora, non si è visto. Prima di cantare vittoria però è necessario attendere, perché la minaccia di una nuova proliferazione della pianta, arrivata non si sa bene da dove, non può certo dirsi scongiurata del tutto. «Nel 2016 – spiega l’ex sindaco Ivo Zoncu – il giacinto ha vegetato in quantità decisamente inferiore rispetto agli anni precedenti, quest’anno non si è visto per nulla. Potrebbe essere un segnale positivo, ma, trattandosi di una pianta infestante, che si riproduce molto velocemente (in una settimana era arrivata ad estendersi lungo tutto il fiume), prediligendo l’acqua stagnante, è meglio non sbilanciarsi troppo».

Su quella presenza indesiderata, si sono scritte e dette molte cose. I tecnici arrivati al capezzale del fiume rio Mar’e Foghe, chiamati dagli amministratori riolesi, si sono prodigati per capire quale rimedio fosse più giusto per debellare la pianta che offriva le condizioni ideali alla zanzara portatrice della febbre del Nilo, toglieva l’ossigeno all’acqua e rischiava di uccidere i pesci. A risolvere il problema, come spesso accade, pare che sia stata la natura, prima con un’ondata di piena che aveva concentrato la pianta a “Pischeredda”, dove era stato realizzato uno sbarramento che impediva lo scambio tra l’acqua dello stagno, più salata, e quella del fiume, con minore salinità.

L’intervento effettuato, con un mezzo meccanico, per la rimozione del giacinto, incidentalmente, ha provocato anche quella di una certa quantità di fango che costituiva lo sbarramento. Quindi, con la ripresa della circolazione dell’acqua quasi regolarmente, come avveniva nel passato si è riformato l’equilibrio che non consente alla pianta di vegetare.

«Avevamo notato – spiega Zoncu – che la pianta, nell’area in cui l’acqua era più salata, si seccava. Un indicatore che non doveva essere trascurato, se si voleva risolvere il problema». Probabilmente ora si sono create proprio quelle condizioni di salinità che impediscono alla pianta di proliferare.

Il giacinto d’acqua, all’inizio del secolo scorso, aveva infestato un lungo tratto del Mississippi impedendone addirittura la navigazione. Ma la pianta, che ha una capacità riproduttiva velocissima, ha creato problemi anche in Africa e in Spagna e a lungo anche Riola.

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