La Nuova Sardegna

Oristano

Rete ospedaliera, i partiti divisi sul futuro di Bosa

di Alessandro Farina
Rete ospedaliera, i partiti divisi sul futuro di Bosa

Per Augusto Cherchi (Pds): «Ora abbiamo più certezze» Critico Alfonso Marras (Udc): «Saremo sardi di serie B»

29 settembre 2017
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BOSA. Si discute anche nella città del Temo della nuova rete ospedaliera della Sardegna, all’esame in questi giorni tra i banchi del consiglio regionale. L’attenzione di Per Bosa, che a lettere cubitali dice no al riordino, si focalizza sul futuro dell’ospedale Mastino. Le prime reazioni non si fanno attendere, con il consigliere regionale Augusto Chechi che ribatte di aver già presentato numerosi emendamenti. «Con questa rete ospedaliera Bosa ha qualche certezza in più», la convinzione dell’esponente del Partito dei Sardi. Critico sulla nuova rete ospedaliera il consigliere Alfonso Marras dell’Udc, che in aula ha dichiarato voto contrario alla riforma. «I dubbi e le incertezze c'erano e rimangono... anzi!» scrive Piero Franco Casula in tema di futuro dell’ospedale Mastino. In particolare, assodati i 20 posti letto in Medicina. «Cosa significa chirurgia generale ridotta? Supporto specialistico per le urgenze a bassa complessità? Chi stabilirà i confini in cui dovranno intervenire gli operatori di questo reparto? Quanti posti letto saranno dedicati alla Chirurgia elettiva in day e week surgery e quanti alla Chirurgia d'urgenza?», alcune delle specifiche incognite avanzate. «Si dice che i conseguenti atti aziendali territoriali avranno il compito di stabilire questi numeri. Non vorremmo pensar male, ma se la riforma è questa il futuro del presidio di Bosa è segnato». In direzione del ruolo di Ospedale di Comunità, la convinzione di Per Bosa. «Se attraverso gli emendamenti questa riforma non sarà cambiata, chiederemo ai consiglieri regionali di Bosa e del territorio di opporsi in tutti i modi a questa proposta». Il consigliere regionale Alfonso Marras (Udc) già in aula a Cagliari, il 26 settembre, ha annunciato voto contrario. «La riforma crea cittadini di serie A di serie B, a causa di una mancata analisi delle peculiarità dei vari territori. In particolare di quelli periferici e disagiati. Più che un'organizzazione sembrerebbe quasi un de profundis della sanità sarda», spiega Marras. «L’Udc comunque continuerà fino all’ultimo a proporre emendamenti, ma il giudizio complessivo resta negativo», conclude.

«Ho presentato 40 emendamenti sulla prima versione della riforma e altri 20 sulla seconda. Sui posti letto nei reparti di chirurgia si deciderà in base alle esigenze di ciascun territorio. Comunque saranno letti indipendenti – ricorda Cherchi – e con moduli di ricovero separati dalla medicina». Per il consigliere PdS infine, il dato politico: «Con questa rete ospedaliera qualche certezza in più Bosa la deve avere».

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