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Orologio del Corso, dopo il ponteggio le prime verifiche

di Alessandro Farina
Orologio del Corso, dopo il ponteggio le prime verifiche

Bosa: il restauro dello strumento si preannuncia lungo Per adesso ci sono i fondi per sistemare la cassa esterna

10 ottobre 2017
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BOSA. Il ponteggio allestito per mettere in sicurezza la cassa esterna dell’orologio monumentale del Corso ha permesso ad amministratori, soprintendenza e tecnici, nei giorni scorsi, la possibilità di una accurata ispezione dello storico manufatto che campeggia dalla fine dell’ottocento sulla facciata della chiesa del Rosario.

Sopralluogo dal quale sono emersi i non pochi problemi da cui è afflitto lo strumento di misurazione del tempo. Con le informazioni ora a disposizione però il sindaco Luigi Mastino traccia anche il futuro percorso di recupero, che sarà attuato attraverso un progetto che si articolare in tre fasi principali.

«Al sopralluogo hanno partecipato, oltre al sottoscritto, l’architetto Stefano Montinari per la Soprintendenza, il responsabile dei beni artistici della curia di Alghero-Bosa don Paolo Sechi e diversi tecnici del comune. Grazie alle informazioni raccolte è stato quindi possibile tracciare il cammino, che sarà lungo e complesso, per arrivare al completo restauro dell’orologio», spiega il sindaco di Bosa Luigi Mastino.

Si procederà per gradi: «Un primo passaggio sarà quello del restauro della cassa esterna, di cui si farà carico il Comune. Nei prossimi giorni quindi i responsabili degli uffici competenti individueranno una figura professionale competente. Altro restauro irrinunciabile è quello delle scalette di accesso e dell’impalcato in legno su cui poggia l’orologio».

Anche questo intervento si presenta piuttosto delicato, perché la struttura presenta tutti i segni del tempo e dell’incuria degli uomini.

Quindi ci sarà l’ultima fase, tutta ancora da verificare sul fronte dei finanziamenti da reperire: quella del restauro del meccanismo interno. Rispetto alle ipotesi ventilate nei giorni scorsi la Soprintendenza ha infatti dettato una chiara linea d’azione.

«Poiché quello di Bosa è uno dei pochi orologi in Italia ancora intatti, l’indicazione è di intervenire con un restauro che permetta alla fine di rimettere in moto il meccanismo originario» rivela il sindaco.

Si tratta di una linea «in sintonia con il volere della popolazione, che potrà contribuire attraverso la raccolta fondi in via di definizione».

I tre momenti utili ad arrivare alla meta della ripartenza delle lancette faranno comunque capo ad un unico progetto di restauro.

«Una volta tracciato, a cura degli uffici comunali ma con l’indispensabile apporto di professionisti specializzati del settore, sarà possibile richiedere e valutare i preventivi sulle concrete azioni da effettuare. Solo a quel punto avremo un quadro esatto della situazione», spiega Mastino. Insomma per il restauro dell’orologio monumentale i tempi non sembrano evidentemente dei più brevi .

Comunque «occorre fare gioco di squadra – conclude il sindaco di Bosa – considerata la pluralità di competenze e figure professionali necessarie nel restauro, oltre alle risorse da reperire». Ed è su questo aspetto che l’incertezza è maggiore.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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