La Nuova Sardegna

Oristano

Via libera della Provincia all’impianto della Groil

di Francesco G. Pinna
Via libera della Provincia all’impianto della Groil

Simaxis, sì alla centrale che produrrà energia dagli scarti di macellazione Previsti accorgimenti per monitorare e contenere le emissioni

11 ottobre 2017
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SIMAXIS. Il via libera della Provincia, arrivato all'inizio dell'estate, è condizionato, ma il contestatissimo impianto di liquefazione di sottoprodotti di origine animale derivati da scarti di macellazione realizzato dalla Groil Srl di Oristano nella zona artigianale di Simaxis ora di fatto non ha più ostacoli sul suo cammino e per i prossimi dieci anni potrà trattare fino a 50 tonnellate al giorno di carcasse e residui animali per ricavarne il grasso fuso destinato ad alimentare la adiacente centrale a biomasse da 992 kWe della Cogen srl e farine proteiche da utilizzare per la produzione di mangimi.

Dopo le proteste e le polemiche degli anni scorsi (legate in particolare alla emissione di fumi e odori) che nel 2014 sfociarono anche in un sequestri dell'impianto ordinato dalla Procura della Repubblica, è stata la Regione a spianare la strada alla Groil, riconoscendo che per la centrale della Cogen non era necessaria la valutazione di impatto ambientale.

L'ok definitivo l'ha dato la Provincia con il rilascio dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) firmata il 30 giugno scorso dal dirigente del Settore Ambiente e suolo a conclusione della Conferenza dei servizi richiesta dalla Groil ai primi del mese di maggio del 2016.

Per ottenere l'autorizzazione la Groil ha dovuto ottemperare a una serie di condizioni poste già dalla Regione con la delibera che escludeva la necessità della Via e ribadite nel documento della Provincia. Si tratta in particolare della adozione di misure e interventi per eliminare o comunque ridurre entro i limiti di legge quelle che vengono definite "emissioni odorigene" e che in parole povere sono i cattivi odori lamentati dagli abitanti di Simaxis durante la fase sperimentale di avvio degli impianti.

In sostanza, la Groil e la Cogen hanno dovuto realizzare un sistema di raccolta delle acque di prima pioggia e una centrale di aspirazione in grado di garantire un determinato ricambio dell'aria. E poi ancora predisporre in collaborazione con l'Arpas un piano di monitoraggio delle emissioni che prevedesse almeno due controlli all'anno a cadenza stagionale e l'indicazione di idonee misure riparatorie in caso di scostamento dei dati.

Oltre che di far sparire i cattivi odori, Regione e Provincia si sono preoccupate anche dell'impatto visivo che l'impianto di liquefazione e la centrale di cogenerazione a biomasse poteva avere sul paesaggio imponendo alla Groil e alla Cogen la piantumazione di alberi ad alto fusto lungo tutto il perimetro dell'impianto.

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