La Nuova Sardegna

Oristano

Bosa, grande alleanza per istituire il Contratto di fiume

di Alessandro Farina
Bosa, grande alleanza per istituire il Contratto di fiume

Accordo tra tutti i Comuni attraversati dal corso del Temo Alla Regione la richiesta di un unico ambito operativo

12 ottobre 2017
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BOSA. Mentre il Temo scorre lento e placido verso il Mediterraneo, qualcosa a terra si muove perché l’unico fiume navigabile dell’isola diventi, oltre che un problema considerati i vincoli imposti dalle rigide norme regionali, un reale motore di sviluppo sociale, culturale ed economico. Non solo per Bosa, che ospita proprio il tratto dove i natanti possono inoltrarsi dalla foce verso l’entroterra per diversi chilometri, ma per tutti i comuni ed i territori lungo il percorso che dallo sbocco sulla fascia centro occidentale dell’isola porta sino alle fonti.

L’accordo è stato sancito dai sindaci di Bosa, Suni, Montresta, Sindia, Macomer, Padria, Mara, Pozzomaggiore, Cossoine, Semestene, Bonorva, Monteleone Rocca Doria, Villanova Monteleone, Romana e Ittiri. Tutti assieme hanno inviato alla Regione nei giorni scorsi una richiesta ben precisa: vogliono per il bacino idrografico del fiume Temo, una richiesta di attivazione di un percorso formale finalizzato alla sottoscrizione del Contratto di Fiume.

Dopo una primo incontro tra una ristretta task force nell’ufficio del sindaco di Bosa Luigi Mastino a marzo, alla riunione del 4 settembre la platea si è allargata e ha trovata una convergenza nella considerazione che «Il contratto di fiume, inteso come programmazione strategica e negoziata» concorre alla definizione e all’attuazione degli strumenti di pianificazione «Volontari di programmazione strategica e negoziata» per la tutela, corretta gestione delle risorse idriche, valorizzazione dei territori, salvaguardia dal rischio idraulico del Temo.

Questi sono gli ambiti che possono concorrere allo sviluppo locale, riconosciuti da varie direttive dell’Unione Europea, e che concorrono alle finalità stabilite dalla stessa Regione nei diversi strumenti di pianificazione dell’assetto idrogeologico. Questo apre anche alla possibilità di «Identificare azioni concordate, anche di autodifesa individuale della popolazione, per la riduzione degli effetti delle alluvioni» precedute da «Concreti impegni assunti dai partecipanti da verificare e monitorare costantemente». Sono passaggi nodali dello strumento su cui intendono investire i sottoscrittori della richiesta ora all’attenzione della giunta e del consiglio regionale, delle varie strutture tecniche. Se il nullaosta dovesse arrivare in tempi brevi si attiverebbe il percorso che prevede i passaggi in consiglio comunale. L’obiettivo è l’approdo a uno strumento che intende affrontare le problematiche di salvaguardia, vivibilità e fruibilità della vallata del fiume; individuare e definire azioni e politiche intercomunali condivise sui temi della sicurezza del territorio, qualità di acque, paesaggi e ambiente, organizzare e rifunzionalizzare gli ambienti urbani attraversati dal Temo.

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