La Nuova Sardegna

Oristano

Arborea ribadisce il suo no al termovalorizzatore

di Michela Cuccu
Arborea ribadisce il suo no al termovalorizzatore

Eppure nel 2006 il Comune aveva chiesto un impianto per smaltire le carcasse Il sindaco Pintus: «Erano altri tempi, allora non c’erano alternative»

15 ottobre 2017
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ARBOREA. «Niente nuovi termovalorizzatori, né qui né in altre parti della Sardegna».

Era il 30 novembre del 2016, quando il Comune di Arborea dichiarò la propria opposizione a qualsiasi ipotesi di realizzazione di impianti per la combustione dei rifiuti. Lo fece con un ordine del giorno, approvato all’unanimità da un Consiglio comunale con tutti i componenti presenti, che dava mandato al sindaco, Manuela Pintus, di chiedere alla Giunta e al Consiglio regionale di sospendere la verifica della Valutazione ambientale strategica e di dismettere definitivamente l'inceneritore di Tossilo, e infine di non prevederne la realizzazione nemmeno di uno nuovo «sarebbe inutile, oltre che costoso e insalubre», scriveva il consiglio comunale nell’ordine del giorno che proponeva delle alternative e sempre per il polo di Tossilo.

Alla Regione il consiglio chiedeva infatti «investire sul polo di Tossilo come centro di recupero della materia anche con la messa in esercizio dell’impianto di selezione degli imballaggi, collaudato nel 2014 e che inspiegabilmente non ha mai funzionato».

C’era già da allora il timore che la volontà delle popolazioni locali potesse in qualche modo non essere ascoltata. Non a caso la delibera chiedeva alla Regione «di coinvolgere consiglio regionale, amministratori comunali e cittadini portatori di interesse in tutte le fasi decisionali dell’aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti».

È evidente che i timori, riaffiorati in questi giorni, su un eventuale ampliamento dell’attività dell’impianto di smaltimento di Masangionis, fossero presenti da tempo. Non solo riguardo all’eventuale realizzazione di un termovalorizzatore ma anche di un impianto per lo smaltimento delle carcasse degli animali, che inizialmente però lo stesso Comune di Arborea, chiedeva.

«Erano tempi diversi – spiega oggi il sindaco Emanuela Pintus – la richiesta risale al 2006 quando non esistevano alternative, tanto che noi, successivamente, l’abbiamo revocata». Dopo la chiusura dell’Agrilip di Macchiareddu, le carcasse degli animali di Arborea ( e di altre zone) vengono smaltite fuori Sardegna. La Regione così ha emesso un Bando da 3milioni di euro per realizzarne di nuovi. E Arborea è pronta ad opporsi ad ogni ipotesi che l’impianto sorga nel suo territorio. Posizione che il sindaco ribadirà al Consorzio industriale.



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