S. Vero, alla Festa del surf la liberazione di una tartaruga
di Francesco G. Pinna
SAN VERO MILIS. Un anno e mezzo fa ha rischiato di morire a Marceddì. Ieri è stata rimessa in libertà nel mare di Putzu Idu: quella di Twister, una tartaruga Caretta caretta che potrebbe avere una...
16 ottobre 2017
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SAN VERO MILIS. Un anno e mezzo fa ha rischiato di morire a Marceddì. Ieri è stata rimessa in libertà nel mare di Putzu Idu: quella di Twister, una tartaruga Caretta caretta che potrebbe avere una quarantina di anni, è una storia a lieto fine e il lieto fine è stato salutato dall'applauso di centinaia e centinaia di persone, tra le quali tantissimi bambini, che hanno seguito l'evento.,, tra i tanti eventi della Sagra del surf.
A salvare Twister da una morte certa è stato un pescatore che nel mese di aprile del 2016 l'ha trovata sul litorale di Marceddì. La tartaruga non riusciva a mantenere l'assetto e la linea di galleggiamento.
Il resto lo ha fatto la dieta a base di sardine (pesce particolarmente ricco di grassi) prescritta dagli esperti del Centro di recupero Sinis di Torregrande. La tartaruga non presentava ferite e all'inizio i suoi “medici” sono andati un po' a naso. Ma ci hanno azzeccato subito. Dopo i primi giorni di dieta a base di sardine, la tartaruga ha infatti cominciato a evacuare tutta la plastica che aveva ingerito nelle sue scorrerie in mare e che gli avevano intasato l'intestino fino a compromettere le sue capacità di grande nuotatrice.
Poi però è stato necessario un lungo lavoro di "riabilitazione" per insegnarle di nuovo a stare in acqua senza ribaltarsi.
Ieri, quando è stata messa in mare, ha avuto qualche esitazione. Ha fatto dietro front puntando di nuovo sulla terraferma e poi sulla folla che con i piedi a mollo seguiva ogni suo passo con trepidazione. Alla fine però, grazie anche a qualche spinta, ha preso finalmente la direzione giusta.
A salvare Twister da una morte certa è stato un pescatore che nel mese di aprile del 2016 l'ha trovata sul litorale di Marceddì. La tartaruga non riusciva a mantenere l'assetto e la linea di galleggiamento.
Il resto lo ha fatto la dieta a base di sardine (pesce particolarmente ricco di grassi) prescritta dagli esperti del Centro di recupero Sinis di Torregrande. La tartaruga non presentava ferite e all'inizio i suoi “medici” sono andati un po' a naso. Ma ci hanno azzeccato subito. Dopo i primi giorni di dieta a base di sardine, la tartaruga ha infatti cominciato a evacuare tutta la plastica che aveva ingerito nelle sue scorrerie in mare e che gli avevano intasato l'intestino fino a compromettere le sue capacità di grande nuotatrice.
Poi però è stato necessario un lungo lavoro di "riabilitazione" per insegnarle di nuovo a stare in acqua senza ribaltarsi.
Ieri, quando è stata messa in mare, ha avuto qualche esitazione. Ha fatto dietro front puntando di nuovo sulla terraferma e poi sulla folla che con i piedi a mollo seguiva ogni suo passo con trepidazione. Alla fine però, grazie anche a qualche spinta, ha preso finalmente la direzione giusta.