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Che Guevara, a 50 anni dalla morte nella terra di Gramsci

Che Guevara, a 50 anni dalla morte nella terra di Gramsci

GHILARZA. Nel giorno del ricordo di Ernesto Guevara Ghilarza si stringe idealmente alla gente di Cuba, che a cinquant’ anni dalla morte del suo Comandante è un popolo ancora in lotta per affermare il...

17 ottobre 2017
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GHILARZA. Nel giorno del ricordo di Ernesto Guevara Ghilarza si stringe idealmente alla gente di Cuba, che a cinquant’ anni dalla morte del suo Comandante è un popolo ancora in lotta per affermare il diritto di vivere in un Paese libero dalle ingerenze di altre Nazioni. Diritto violato dalle politiche di embargo degli Stati Uniti, stigmatizzate dal primo segretario dell’ambasciata di Cuba in Italia, Mauricio Martinez Duque, durante la conferenza che si è tenuta sabato scorso su impulso dell’ Associazione per Antonio Gramsci. L’eredità politica e l’influenza del pensiero del comunista rivoluzionario sulle generazioni successive hanno fatto da premessa al racconto sulla Cuba di ieri e di oggi, ancora sotto il giogo “della politica imperialista americana”. Una condizione aggravata dalla nuova stretta di Washington. «Non un embargo, ma un blocco», ha rimarcato il diplomatico spiegando che le timide aperture dell’ amministrazione Obama sono state cancellate in modo unilaterale dal presidente Trump. All’indignazione generale si è unito il sindaco di Ghilarza, che ha espresso vicinanza e solidarietà a Cuba. «È vittima delle pressioni esterne. L’embargo non ha ragione d’esistere – ha dichiarato Alessandro Defrassu auspicando una risoluzione dell’Onu –, perché le Nazioni Unite devono cercare di livellare il mondo verso l’alto». La recrudescenza delle restrizioni economiche ha provocato danni incalcolabili in un Paese martoriato anche dal passaggio dell’uragano Irma. «La politica contro Cuba ha prodotto danni per 822.280 milioni di dollari. Le misure di Trump penalizzano persino i rapporti commerciali con gli altri Stati». ha riferito Martinez Duque, che ritornando al ruolo di Guevara nella lotta di liberazione cubana, al sodalizio con Fidel Castro, alla figura di Josè Marti e alle similitudini con Antonio Gramsci, ricorse spesso durante il dibattito, ha esortato le nuove generazioni a seguirne l’esempio. «Le idee – ha detto – non muoiono con l’eliminazione fisica di questi grandi uomini: continuate a tenere alta la bandiera della resistenza che hanno portato e proseguite l’opera di chi ha aperto il cammino verso la libertà». Sulla lezione gramsciana dell’istruzione come presupposto per la costruzione di una società socialista e rivoluzionaria che il Che fece sua, sul ruolo del Comandante nella Storia e sullo spirito di ribellione contro le ingiustizie e le diseguaglianze ha indugiato il dirigente nazionale dell’associazione Italia Cuba, che si è scagliato contro il revisionismo storico. «Ha diffuso falsità sulle vicende in Africa e in Bolivia e sull’allontanamento del Che da parte di Castro. Il tratto di Guevara era la coerenza e per questo da statista tornò a farsi guerrigliero: il suo disegno era di espandere la rivoluzione in tutto il Sud America». ha detto Raul Della Cecca. (mac)

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