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Oristano

Proteste a Ghilarza: manca il medico, ambulatori chiusi

di Maria Antonietta Cossu
Proteste a Ghilarza: manca il medico, ambulatori chiusi

All’ospedale Delogu segnalati disservizi da tre settimane Visite già prenotate da tempo vengono annullate

20 ottobre 2017
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GHILARZA. Mentre in Consiglio regionale si tenta di evitare il declassamento del Delogu a colpi di emendamenti alla legge di riordino della rete ospedaliera, nella struttura sanitaria vengono cancellate alcune attività specialistiche.

Da tre settimane nel presidio dell’Alto Oristanese non sono più operativi gli ambulatori di endocrinologia, di valutazione dell’Alzheimer, dello scompenso cardiaco e di reumatologia, dove in realtà vengono trattate patologie gravi di natura diversa.

Le prenotazioni sono chiuse e le persone sotto controllo medico vengono invitate a rivolgersi ad altre strutture. In alcuni casi, inoltre, la comunicazione sulla cancellazione delle visite di controllo programmate da tempo viene data con poco preavviso.

Il problema è sorto nel momento in cui l’endocrinologa ha lasciato il posto per un altro incarico e non è stata sostituita dalla Assl.

A ruota sono state sospese anche le attività ambulatoriali svolte dagli specialisti di Medicina che operano in corsia e che, dovendo garantire il funzionamento del reparto nelle ore rimaste scoperte, non sono in grado di tenere aperti gli ambulatori.

Tra i pazienti in cura dall’endocrinologa è divampata la polemica per l’interruzione del servizio e per l’enorme disagio che comporta dover trovare a tamburo battente un altro medico. A chi si è trovato nella condizione di dover prenotare le visite in altre strutture sanitarie pubbliche sono state prospettate liste d’attesa che oscillavano tra i sei e gli otto mesi.

«Sono stata avvisata della cancellazione pochi giorni prima della visita, prenotata da gennaio. Non mi è stata offerta alcuna alternativa, mi sono dovuta arrangiare da sola», ha raccontato al culmine dell’indignazione una cittadina con disturbi alla tiroide.

«È ingiusto che per un disservizio del sistema sanitario debbano essere gli assistiti a risolvere il problema. E vogliamo parlare del trauma che subiscono i più anziani quando non vengono più curati dal medico di fiducia?», ha lamentato il familiare di un paziente in cura da un altro specialista.

Tutto questo accade mentre in Regione è in discussione la riforma sulla riorganizzazione della rete ospedaliera. Ieri è stato approvato l’emendamento che chiedeva garanzie sul funzionamento della Chirurgia generale e polispecialistica e di nuovi posti letto, sulla conferma di Medicina e dei suoi posti letto per acuti, più l’attivazione per le post-acuzie, del mantenimento del laboratorio analisi e di radiologia.

Prevista anche l’istituire del Centro di emergenza territoriale gestito dall’Areus, con il personale del 118, al posto del punto di primo intervento che è operativo ora. «Si sta discutendo della nuova rete ospedaliera per migliorare il servizio ma mi pare che nella realtà i segnali vadano nella direzione opposta», ha commentato l’ex assessore provinciale e comunale Serafino Corrias, che si è fatto portavoce dell’indignazione dei pazienti.

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